Dossier, spiato l'ex agente segreto Marco Mancini. E spunta l'archivio di Andreotti
I più grandi segreti italiani, rubati e racchiusi nell’archivio degli spioni di Milano che puntavano a tenere in pugno il Paese a colpi di dossier. A svelare l’esistenza di quei documenti riservatissimi è Nunzio Calamucci, uno dei vertici dell’organizzazione e inventore del sistema Beyond, il programma di archiviazione e condivisione dei file esfiltrati dalle banche dati nazionali. Un catalogo digitale al cui interno l’hacker aveva inserito pure gli atti giudiziari rubati negli anni dagli ex servitori dello Stato diventati spioni su commissione. Tra questi, intere inchieste scottanti di polizia e carabinieri. È il 10 novembre 2023 quando i militari dell’Arma di Varese, che avevano piazzato le cimici nella centrale del dossieraggio, assistono a una conversazione tra Calamucci e un altro affiliato negli uffici di Equilize.
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Calamucci mostra all’amico una serie di file contenuti nell’hard disk di Vincenzo De Marzio, nome in codice «Tela», l’ex Ros che si era occupato del rapimento di Abu Omar. E che, poco prima di andare in pensione, si era illegalmente «impadronito del patrimonio informativo ed informatico» della Sezione Antiterrorismo del Ros di Milano. Atti riservati che l’ex militare avrebbe messo a disposizione della «banda».
Schedato in quei file, perfino Marco Mancini, l’ex agente segreto a capo del controspionaggio italiano. Calamucci, infatti, mostra all'amico i file relativi alla cattura dell’imam Abu Omar e i documenti relativi a Mancini. «È stato preso poi è stato per sbaglio consegnato all’Fbi... questa è l’ordinanza di Abu Omar, la richiesta di cattura... questo sai chi è Mancini Marco», dice Calamucci esibendo le foto. «Direttore dei servizi - aggiunge - quello che hanno fotografato con Renzi all’Autogrilli... lo conosce Vincenzo (De Marzio, ndr)».
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L’inventore di Beyond spiega allora la qualità delle informazioni di cui sono in possesso. «Il terrorismo cosa ti interessa... te l’ho messa dentro, così vi fate gli occhi... il rapporto della Digos, le Brigate Rosse, l’Estrema destra».
Un’altra parte di documenti importante arriva da Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto antimafia a capo della società. Anche Gallo si sarebbe impossessato con la stessa modalità dell’ex Ros dei file classificati, tra cui atti di Giulio Andreotti. «Procura, Guardia di Finanza, chi più ne ha, più ne metta, più tutte le nostre missioni, tutto quello che abbiamo fatto... pensa che dopo... abbiamo parti dell’archivio di Andreotti, non so se hai presente l'archivio?».