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Furto banche dati, Melillo lancia l'allarme: “Gigantesco mercato delle informazioni riservate”

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Al centro dell’indagine sulle attività illecite di dossieraggio e di furto dei dati di Fisco e polizia che vedono coinvolti anche ex agenti delle forze dell’ordine, c’è la società milanese Equalize srl di proprietà di Enrico Pazzali (indagato), amministratore delegato di Fondazione Fiera Milano, e gestita dall’ex poliziotto Carmine Gallo, che si trova agli arresti domiciliari. Così è emerso oggi nella conferenza stampa che si è tenuta alla Procura di Milano, in presenza del procuratore Marcello Viola e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo. Nell’indagine, sono coinvolte anche altre società dello stesso genere, che si occupano di investigazioni e analisi del rischio, anche per conto di imprese, e che avrebbero seguito un binario illecito di raccolta dati per i dossier. Sarebbero cosi state raccolte informazioni anche pregiudizievoli su persone, società e imprese.

 

 

«Il quadro che emerge» dall’indagine sul dossieraggio dei carabinieri del nucleo investigativo di Varese, coordinati dalla Dda di Milano e dalla Dna, «è molto allarmante». Melillo ha richiamato però alla «prudenza nelle valutazioni, perché - ha spiegato - la procura di Milano ha opportunamente scelto di proteggere le attività tecniche rinunciando nel corso dell’investigazione a compiere una serie di passi che ne avrebbero rivelato lo svolgimento. E questo fa sì che per molti versi l’indagine sia più sul punto di iniziare che di comportarsi. La mole dei dati acquisiti attraverso le perquisizioni informatiche che sono state svolte ieri, in Italia e all’estero, fa sì che questa indagine richiederà ancora molto tempo e molta fatica per consentirci di delineare i contorni di questa vicenda, che tuttavia in sé appare estremamente allarmante per la dimensione imprenditoriale dell’esercizio di attività di acquisizione abusiva di dati personali e riservati. Stiamo alle a iniziando a comprendere qualcosa di come funziona questo mercato clandestino delle informazioni riservate», ha sottolineato il procuratore.

 

 

«È un’indagine importante, che riguarda attentati alla sicurezza cibernetica nazionale. La capacità investigativa messa in campo ha operato efficacemente e riservatamente per un lungo periodo di tempo e rivela il gigantesco mercato delle informazioni riservate. Emerge un quadro molto allarmante ma che esige prudenza nella valutazione perché la procura di Milano ha scelto di proteggere attività tecniche», ha poi concluso il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.

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