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Caso Orlandi, il poliziotto in servizio al Senato e la Bmw verde: "Audizione secretata"

Cala il segreto sull’audizione di Bruno Bosco in Commissione di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Secretata per volontà dello stesso ex poliziotto e Sovrintendente capo della Polizia addetto alla sicurezza del Senato nel giugno del 1983. Una richiesta accolta dalla Commissione guidata dal senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo, che ha concesso a Bosco anche di non comparire nelle riprese video a circuito chiuso di palazzo San Macuto – dove si riunisce la delegazione dei parlamentari. 

 

Chi è Bruno Bosco? Il poliziotto era in servizio di vigilanza al Senato proprio il pomeriggio del 22 giugno 1983 quando scomparve Orlandi. Ascoltato nel 1985 dal giudice istruttore Ilario Martella – insieme al vigile urbano Alfredo Sambuco – Bosco era stato chiamato a rispondere della relazione di servizio redatta 6 giorni più tardi la sparizione della giovane e diretta al Dirigente della squadra Mobile di Roma. Nel documento il poliziotto aveva descritto il pomeriggio della scomparsa: mentre si trovava per motivi di lavoro nei pressi della Basilica di Sant’Apollinare aveva visto arrivare di fronte Palazzo Madama una Bmw verde chiaro. Davanti al Senato aveva notato il conducente dell’autovetture, parlare con una ragazza e “nel contempo le mostrava un tascapane di colore tipo militare con la scritta Avon”. Una possibile pista per risolvere il mistero Orlandi che di fronte al giudice istruttore aveva retto solo parzialmente.

 

Era stato infatti lo stesso Bosco a correggere alcuni particolari della sua relazione, spiegando di aver indicato degli orari approssimativi ma confermando comunque il riconoscimento di Emanuela. Una testimonianza che, anche se parzialmente modificata, avvalorava l’ipotesi secondo cui Orlandi sarebbe stata avvicinata poco prima della sua scomparsa da un soggetto che le avrebbe offerto un lavoro per Avon, una linea di cosmetici molto conosciuta. Fatto questo già confermato dalla sorella di Emanuela, l’ultima a sentire telefonicamente la giovane cittadina vaticana. Durante quella che sarà l’ultima chiamata della ragazza a casa, aveva infatti raccontato alla familiare di aver ricevuto una proposta di lavoro. Un dettaglio che combacia perfettamente con la testimonianza di Bosco che dopo 40 anni ha deposto di fronte la Commissione ma sulla cui audizione è calato il segreto.