le mosse del governo
Migranti e rimpatri, Piantedosi indica la linea: "Non ci si può fermare"
La contromossa sui centri in Albania, lo stop dei giudici, la polemica per le accuse Ue sulla polizia. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi affronta in una intervista al Corriere della sera i temi più caldi di questi giorni. "È incredibile che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento", commenta il capo del Viminale sul report dell’Ecri, commissione del Consiglio d’Europa, che chiede di cambiare le regole di identificazione per rom e cittadini africani. E ribadisce: "Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo".
Il decreto legge sui porti sicuri varato dal Cdm nasce per superare la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader in Albania, Nel testo viene superato il vincolo ai rimpatri stabilito dalla Corte europea di Giustizia due settimane fa, che indicava come non sicuro qualsiasi Paese non integralmente sicuro. "Noi riteniamo che aver fissato con norma primaria l’elenco dei “Paesi sicuri” possa contribuire a una maggiore certezza applicativa di procedure importanti", spiega il ministro.
Oltre al decreto, il governo ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del tribunale civile di Roma. "Le due strade non sono alternative. Il ricorso sarà l’opportunità per sottoporre alla Suprema Corte una interpretazione univoca della normativa vigente. Ma crediamo sia tutt’altro che inutile intervenire sull’attuale regolamentazione per chiarire alcuni profili interpretativi", spiega Piantedosi. Insomma, l’elenco dei “Paesi sicuri” si inquadra "nell’ambito del rafforzamento del sistema dei rimpatri" per rafforzare il lavoro nel contrasto all'immigrazione irregolare che tanti risultati sta portando. ,
Sullo scontro tra magistratura e politica, Piantedosi afferma che "non credo si possa dire che ci siano stati attacchi da parte del governo. Se può essere legittimo e comprensibile che i magistrati liberamente esprimano le loro opinioni, soprattutto nell’ambito dell’attività associativa, credo che analoga prerogativa non possa essere negata alla politica che, per definizione, si caratterizza per libertà di espressione. Per quanto mi riguarda, da ministro dell’Interno, ritengo importante che ogni possibile obiezione ai contenuti degli atti giudiziari sia effettuata attraverso le impugnazioni".
In ogni caso, avanti con i centri in Albania: "Le nuove regole europee richiedono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone. Rinunciare all’opportunità di 880 posti che, in prospettiva, potranno offrire i centri in Albania sarebbe stato illogico. Quando il sistema andrà a pieno regime, la conseguente deterrenza sulle partenze irregolari determinerà un significativo risparmio sugli attuali costi dell’accoglienza".