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Ilaria Salis, la richiesta di Orban all'Ue: "Revoca dell'immunità parlamentare". Che succede adesso
Potrebbe non essere un capitolo chiuso il procedimento ai danni di Ilaria Salis in Ungheria durante il mandato dell'eurodeputata eletta con Alleanza Verdi Sinistra. "Ho ricevuto la richiesta delle autorità competenti in Ungheria per la revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis. La richiesta è stata inoltrata alla commissione Affari legali", ha annunciato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, prima dei voti in plenaria a Strasburgo. Una mossa, quella del paese governato da Viktor Orban, accompagnata da dichiarazioni di fuoco. "Il fatto che tu ti comporti come se fossi una specie di vittima non è solo sconcertante, ma anche assolutamente disgustoso - scrive su X il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs - Vorrei chiarirlo ancora una volta: non siete stati arrestati per le vostre ’opinioni politiche' siete stati arrestati e processati per episodi di aggressione armata contro innocenti cittadini ungheresi! Tutta questa farsa è una barzelletta, non sei un democratico e non sei un martire. Sei un comune delinquente". Salis era detenuto a Budapest con l'accusa di aver partecipato al pestaggio di esponenti della destra estrema ungherese.
Nicola Fratoianni e Angeli Bonelli, alal guida di Alleanza Verdi e Sinistra, dichiarano che "Ora tocca all’Europarlamento ribadire che tutela dei diritti e democrazia non possono essere messi in discussione, neanche da Orban. La richiesta di revoca dell’immunità ad Ilaria Salis da parte delle autorità ungheresi è arrivata al Parlamento Europeo. Ribadiamo la nostra piena solidarietà a Ilaria e auspichiamo che il Parlamento Europeo respinga questa richiesta consapevoli del fatto che in Ungheria non sussistono le condizioni per un processo giusto ed equo", scrivono i due esponenti della sinistra sostenendo che il governo ungherese ha già scritto la sentenza di colpevolezza della Salis.
Ma cosa succede adesso? Le autorità ungheresi hanno presentato la richiesta al Parlamento europeo per la revoca dell’immunità dell’eurodeputata, che aveva già trascorso quindici mesi di detenzione cautelare in Ungheria. Parte così l’iter con cui il Parlamento si pronuncerà sulla richiesta. Il primo passaggio è nella commissione giuridica (Juri). La commissione giuridica del Parlamento europeo "non esamina la colpevolezza o meno del deputato e sulla pertinenza del procedimento giudiziario. Si limita a stabilire se dalla necessità di salvaguardare l’indipendenza del Parlamento discenda un ostacolo per il procedimento giudiziario. Così come non esamina i meriti relativi dei sistemi giuridici e giudiziari nazionali. Presunte carenze dei sistemi giudiziari nazionali non possono essere usate per giustificare una decisione di non revocare o di difendere l’immunità di un deputato. L’esame di ciascun caso di immunità - che avviene sempre a porte chiuse - comprende una presentazione iniziale a cura del relatore in commissione, un’eventuale audizione del deputato interessato, uno scambio di opinioni e un voto. Le audizioni sono facoltative: un deputato può sempre rinunciare al diritto a essere ascoltato. Al termine dello scambio si procede alla votazione e la richiesta viene messa all’ordine del giorno della plenaria successiva per il voto in aula", si legge nei documenti di Bruxelles. Insomma, l'Europarlamento potrà adottare o respingere la richiesta ungherese con un voto a maggioranza semplice.