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Il Tempo, 80 anni in prima linea: l'inserto speciale di 64 pagine in edicola mercoledì 23 ottobre

Ottant’anni che hanno cambiato l’Italia. Dalla liberazione di Roma al miracolo economico. Dalla firma del Patto Atlantico alla nascita della Comunità europea, alla rivoluzione di Mani Pulite che ha visto tramontare la Prima Repubblica. La conquista della Luna e l’attentato alle Torri Gemelle. L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy e lo scandalo Watergate che costrinse alle dimissioni il presidente Usa Richard Nixon, che pure aveva “aperto” alla Cina di Mao Tse-tung. Il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, la Strage di Bologna e l’assalto dei fedayn all’aeroporto di Fiumicino. Ottant’anni raccontati in prima linea, con interviste, indagini, analisi, scoop che hanno fatto del giornalismo d’inchiesta la bandiera de Il Tempo che, per festeggiare l’anniversario, mercoledì 23 ottobre sarà in edicola con un inserto di 64 pagine. Un giornale nel giornale che racconta, attraverso i protagonisti di questi otto irripetibili e indimenticabili decenni, l’Italia che cambia.

Il Tempo vede la luce grazie ad un caparbio giornalista-editore, Renato Angiolillo, che riesce a stampare il primo numero mentre Roma viene liberata dalla Quinta Armata dell’esercito americano guidata dal generale Mark Wayne Clark e l’Italia è ancora in guerra. A nord della Linea Gotica si spara e Adolf Hitler è al potere in Germania. Giorno dopo giorno Il Tempo informa del nuovo mondo che si va delineando. La fine del nazifascismo, la pace conquistata a caro prezzo. L’abdicazione di Vittorio Emanuele III e l’ascesa al trono di Umberto II, re per soli quaranta giorni, costretto all’esilio dal referendum del 2 giugno 1946 che archivia la monarchia per spalancare le porte alla repubblica.

Dc, Pci e Psi, i partiti che per mezzo secolo domineranno il parlamento. De Gasperi, Togliatti, Andreotti, Moro, Fanfani, Craxi, Berlinguer i protagonisti di liti, accordi e intese. Mentre il Paese rinasce, ricostruisce l’industria, si motorizza e cerca di dimenticare le bombe con le canzonette del Festival di Sanremo. Domenico Modugno, Claudio Villa, Gianni Morandi e Mina sono ora sotto i riflettori. Il cinema visionario di Federico Fellini sostituisce il neoralismo di De Sica, Blasetti, Rossellini che aveva descritto, analizzato, interiorizzato le ferite del Secondo conflitto mondiale, la povertà del dopoguerra e voglia di rinascere nonostante tutto. La XVII edizione delle Olimpiadi, a Roma, farà voltare pagina ad un Paese che dimostrata tutto il proprio valore, nello sport e nella voglia di emergere. La commedia all’italiana s’inventa un nuovo modo di raccontare: ironico e scanzonato, pungendo gli italici difetti ma non esule dalla critica sociale. Alberto Sordi ne diviene il simbolo. Mentre al timone de Il Tempo arriva come direttore Gianni Letta, che segnerà un’intensa, feconda stagione. Le vendite de Il Tempo volano, sempre “sul pezzo” in cronaca nera, la cronaca che a Roma fa la differenza.

La Rai tiene a battesimo i primi divi della tivvù. Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Raffaella Carrà si dividono il piccolo schermo. Mentre il Sessantotto volge (e stravolge) i costumi degli italiani verso un’inattesa modernità. La Contestazione è la festa degli hippies ma è anche la tragedia degli Anni di Piombo, dei magistrati e dei giornalisti gambizzati, delle Brigate Rosse. Che, con il rapimento e l’uccisione del presidente della Dc Aldo Moro, segneranno anche la fine di quella tragica stagione. Intanto l’Europa vede crollare il Muro di Berlino e svanire la Cortina di Ferro: L’Unione Sovietica svanirà nel volgere di un’estate per tornare Russia.

Cambiano gli editori: arrivano Monti, Pesenti, Caltagirone, Bonifaci e Il Tempo è sempre in prima linea a raccogliere notizie. Si succedono i direttori: Gaspare Barbiellini Amidei, Franco Cangini, Marcello Lambertini, Giovanni Mottola. Mani Pulite e gli scandali delle “mazzette” cancellano un’intera generazione di politici. Nascono nuovi partiti, spesso ispirati a personalità anti-Sistema, come la Lega Nord di Umberto Bossi e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Alla guida de Il Tempo si succedono, tra gli altri, Maurizio Belpietro, Giampaolo Cresci, Giuseppe Sanzotta Franco Bechis, Roberto Arditti, Mario Sechi. L’Europa conosce un’ondata di violenza senza limiti. Stavolta per colpa del terrorismo di matrice islamica, che miete vittime a Parigi, Londra, Copenaghen, Nizza e e Berlino. Al timone del giornale c’è l’unica (finora) donna-direttore: Sarina Biraghi. Poi l’arrivo di Gian Marco Chiocci e le grandi inchieste di cronaca giudiziaria, con gli scoop sull’inchiesta Mondo di Mezzo. Ancora un cambio di proprietà. Con Angelucci una ventata di rinnovamento, il potenziamento del sito Internet in una realtà sempre più digitale e internazionale. E ancora “esclusive” con la rivelazione delle carte segrete del Caso Moro custodite per quarant’anni negli archivi britannici. I documenti “top secret” dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi. E Roma canta con i Maneskin, gruppo rock che vincerà, nel 2021, il Festival di Sanremo e venderà in appena tre anni 40 milioni di dischi. L’economia rinasce dopo il buio della pandemia di Covid. E al giornale ancora un cambio, con l’arrivo alla direzione dell’ex senatore Tommaso Cerno. Nascono la Macchina del Tempo e L’edicola degli artisti, uno spazio dove fare interviste, creare inchieste, analizzare la realtà, ricavato nell’edicola di fronte alla sede storica del giornale: Palazzo Wedekind,

Forse non tutti sanno che la prima «esclusiva» de Il Tempo è del 1944: la pubblicazione dei Diari di Galeazzo Ciano, il ministro degli Esteri e genero di Benito Mussolini, fucilato per aver tradito il Duce. L’ultimo scoop è di questi giorni: il MeloniGate e la rivelazione della mail segreta di un magistrato della Cassazione per «destituire» la prima premier donna d’Italia. In mezzo, ottanta appassionanti anni sempre in prima linea.