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Inchiesta spioni: ossessionati dalla Lega, così hanno dossierato pure i conti di Salvini

Rita Cavallaro
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A furia di setacciare ossessivamente le Sos sulla Lega, Striano & Co sono riusciti a spiare pure i conti di Matteo Salvini. La circostanza emerge dalle nuove carte dell’inchiesta del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che indaga sul dossieraggio all’Antimafia, quel verminaio di intrusioni illecite al sistema analisti messe a segno, contro il governo e i politici di centrodestra, dal finanziere Pasquale Striano, indagato per accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto in concorso con l’ex pm Antonio Laudati e i tre giornalisti di Domani Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine. Un sistema di spioni che, dal 2018 al 2022, ha tenuto nel mirino avversari politici che nulla avevano a che fare con indagini di mafia o terrorismo, ma vittime di un accerchiamento mediatico-giudiziario creato ad arte per influire sulla vita democratica del Paese.

 

Non è un caso che l’ossessione di Striano per la Lega inizi proprio con l’exploit di Salvini alle Politiche del 4 marzo 2018, quando il 17,4 per cento delle preferenze aveva incoronato il Capitato come il più amato della coalizione di centrodestra. Da allora, Striano aveva cominciato a compulsare illegalmente il sistema analisti con i nomi dei big del Carroccio, diventato tristemente il partito più dossierato dagli spioni dell’Antimafia con ben 38 esponenti attenzionati, e a inviare agli amici giornalisti decine di Sos, confluite, come accertato dagli inquirenti, in almeno 30 dei 57 articoli «contenenti informazioni tratte da segnalazioni di operazioni sospette, tutte consultate dal medesimo Striano in date precedenti alla pubblicazione», si legge. In quegli articoli, che spaziano dall'ombra della ’ndrangheta ai fondi della Lega fino al Russiagate, gli investigatori hanno trovato i dettagli contenuti in ben 94 Sos interrogate illecitamente dal finanziere su nominativi e società, che si vanno ad aggiungere alle centinaia di documenti riservati esfiltrati dal sistema analisti, alcuni trasmessi da Striano con wetransfer ai cronisti e altri copiati su hard disk esterni.

 

E se finora tra gli spiati eccellenti del Carroccio mancava incredibilmente il nome del segretario, gli approfondimenti disposti dal procuratore Cantone hanno portato alla luce l'intrusione sui conti di Salvini. Il dossier sul leader della Lega era ben nascosto nella Sos UF201900000000668868, «non di interesse della Dna», dunque considerata abusiva, contenuta nell’articolo «Così la Lega ha bruciato i 49 milioni che deve ridare», pubblicato su Domani il 18 settembre 2020 a firma di Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian.

Allegata a quella Sos sulla Lega Nord c'è la relazione tecnica dell’Uif e l’estratto conto di Banca Intesa con la schermata di due bonifici disposti dal rapporto bancario del partito proprio a Salvini, «reo» di aver ricevuto, per ragioni legittime, tra il 22 marzo e il 31 agosto 2018 ben 24mila euro di quei 49 milioni «bruciati». E con il segretario del Carroccio si chiude il cerchio sull'ossessione degli spioni per la Lega, che in quattro anni di attività illecita hanno spulciato tutto il partito.

Dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, inserito da Striano in banca dati insieme alla moglie Emilia Romano il 20 ottobre 2022, nemmeno una settimana dopo l'elezione a terza carica dello Stato. Fino al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, anche lui controllato con Salvini alla ricerca di giroconti. E ancora, tra gli altri, il sottosegretario Federico Freni, il senatore Claudio Durigon e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.

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