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Dossieraggio, la pista che lega Roma allo spione di Bitonto

Rita Cavallaro

Non ha agito da solo il bancario che spiava le sorelle Meloni e i politici di centrodestra. Sebbene Vincenzo Coviello, il funzionario di Intesa San Paolo di Bisceglie, abbia consegnato una perizia psicologica che accerterebbe un disturbo di adattamento misto tale da inquadrare in una morbosa curiosità le migliaia di accessi illegali ai conti correnti di mezzo governo, c'è un'altra pista che ogni giorno diventa più concreta. Gli inquirenti, alla ricerca di eventuali complici e mandanti, sarebbero sulle tracce di persone che conoscevano e avevano avuto contatti, proprio in quel periodo, con il bancario di Bitonto. Persone che avrebbero ruoli nei gangli vitali dello Stato. In particolare la Guardia di Finanza. E la vicenda intreccia in modo inquietante il caso Crosetto, già vittima di Striano & Co, al centro di strane trame di 007 prezzolati e spiato perfino dal bancario di provincia. Tanto che gli approfondimenti tecnici in corso su cellulari e computer sequestrati a Coviello rafforzano l'ipotesi dei magistrati di Bari, i quali, già nel decreto di perquisizione, hanno sottolineato come l'attività illecita del bancario sarebbe stata compiuta «verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare (mandante/i degli accessi abusivi al sistema informatico del Gruppo Intesa San Paolo e destinataria/e delle informazioni acquisite tramite l’accesso abusivo), e loro familiari e/o collaboratori, al fine di procurare a sé e/o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete».

 

 

I sospetti sui presunti mandanti puntano su Roma e si concentrano su alcuni servitori dello Stato infedeli che, avvalendosi del supporto di colleghi della zona, avrebbero commissionato al bancario le spiate su determinati nominativi. E nella rete spuntano anche agenti segreti di uno Stato estero, che avrebbero intrattenuto rapporti specifici con gli spioni. Il timore che ci sia una regia ricorrente, e un mercato di dati riservati, in quello che ormai si configura come un sistema di dossieraggio teso a influire sull'ordine democratico, non attiene più alla sfera politica, quel centrodestra che vuole andare fino in fondo al verminaio e che, puntualmente, viene irriso dalla sinistra, intenta a lanciare accuse di vittimismo per cercare di sminuire il peggiore scandalo della Repubblica. Senza risultati, visto che, sul fronte Perugia, il procuratore Raffaele Cantone ha messo in piedi un impianto accusatorio così solido da chiedere l'arresto del finanziere Pasquale Striano e dell'ex pm Antonio Laudati, accusati di accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto in concorso con i tre giornalisti di Domani Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine. Un'inchiesta, quella di Cantone, che mira a committenti e destinatari del numero mostruoso di documenti scaricati da Striano, parte dei quali inviati ai giornalisti ma oltre 220mila spariti, almeno dal 2018 al 2022.

 

 

Anno, quest'ultimo, in cui è iniziato lo spionaggio di Coviello, il quale ha setacciato i conti e i movimenti sulle carte di credito di 34 politici, tra cui il ministro Guido Crosetto, che ha scoperchiato il colabrodo dell'Antimafia, e perfino il nuovo capo della Dna Giovanni Melillo, colui che, con un controllo stringente, aveva legato le mani al team di Striano. Il bancario ha spiato inoltre 43 conti di vip e personaggi dello spettacolo. Almeno fino a ottobre 2023, quando il sistema di controllo di Intesa San Paolo ha individuato le anomalie. E Coviello, probabilmente per depistare eventuali indagini, avrebbe messo in atto intrusioni a pioggia sui 3.500 clienti delle filiali sparse in tutta Italia.