audizione in parlamento

Stellantis, solita ricetta. Tavares batte cassa al governo: "In Italia se paga lo Stato"

Antonio Adelai

L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, si è presentato in Parlamento, in audizione, e ha in buona sostanza battuto cassa. «Come risolviamo il problema delle vendite delle auto elettriche? Rendendo le vetture elettriche accessibili. Come? Con incentivi che rendano l’acquisto di un veicolo elettrico accessibile. In Europa appena gli incentivi si interrompono, c’è un crollo dell'acquisto di veicoli elettrici. Per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi. Oppure si assorbe il 40% dell'aumento dei costi a livello di produttività», ha detto il manager nel corso dell’audizione, ieri, a Montecitorio, davanti alle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia.

 

«I veicoli cinesi costano il 30% in meno dei nostri, questo non fa che aumentare la pressione sull’industria automobilistica» alle prese con la transizione elettrica, ha proseguito Tavares. Da qui la solita ricetta, per stimolare la domanda, riassunta in una «parolina» magica: sussidi. Una posizione che ha scatenato le reazioni polemiche da destra e da sinistra.

«Il milione di auto sbandierato come obiettivo non esiste più, esiste un milione di clienti, ma glieli dobbiamo trovare noi con gli incentivi. Allora sono buono pure io. Questo è un ricatto inaccettabile che avviene ogni volta», ha osservato il segretario di Azione, Carlo Calenda, intervenuto durante l‘audizione, così come Elly Schlein e Giuseppe Conte. «Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. Chiediamo chiarezza, molto più di quella che abbiamo sentito qui. Perché, invece, noi abbiamo visto dei segnali di disimpegno, di disinvestimento», ha affermato la leader del Pd.

 

Un intervento «del tutto insoddisfacente e deficitario. Tavares non ci ha detto nulla sul futuro dei nostri stabilimenti, sugli investimenti in ricerca e sviluppo», ha sottolineato il presidente del M5s. Duri i commenti anche da parte degli esponenti della maggioranza. «Ci aspettavamo risposte ben più convincenti da Tavares. Invece, abbiamo assistito a una serie di alibi e al tentativo inaccettabile di escludere qualsiasi responsabilità da parte dell’azienda per non aver mantenuto i patti - ha attaccato Fabio Pietrella, deputato di Fratelli d'Italia e membro della commissione Attività produttive della Camera Anzi, Tavares ha cercato di spostare tutta l'incombenza sul governo che invece ha supportato il consumo con investimenti importanti, un miliardo in incentivi, e la modifica del Regolamento Euro7. A fronte di ciò Stellantis non solo non ha aumentato la produzione, come promesso, ma l'ha addirittura abbassata, anche per i modelli coperti da incentivi. Un paradosso che si traduce, poi, in un disastro sotto il profilo produttivo, ma anche e soprattutto occupazionale, indotto compreso. Nella nostra visione, inoltre, la produzione di un made in Italy di qualità, anche nel settore dell'automotive, come è stato fino a qualche anno fa, è un motivo di orgoglio e, per questo, ci sentiamo doppiamente colpiti dal tenore e dal significato delle parole di Tavares. Serve un evidente cambio di passo che però non si è minimamente intravisto».

Per il senatore sempre di FdI, Luca De Carlo, presidente della commissione Industria di palazzo Madama, «serve certezza sul piano industriale, che deve prevedere una mission chiara per ogni stabilimento e per ogni marchio. Non ci possiamo permettere di perdere altri pezzi storici dell’industria che contribuiscono al prestigio del nostro made in Italy. Chiediamo garanzie- ha concluso- sul fatto che la direzione del gruppo sia all’altezza della sfida che una situazione così complessa impone».