spioni d'italia

Dossier quotidiano, dopo Striano & Co. il bancario che spia i conti correnti

Rita Cavallaro

Dal verminaio dell'Antimafia al mercato delle Sos, fino al bancario che si intrufola nei conti corrente. E nell’Italia degli spioni le vittime sono sempre le stesse: il governo e i politici di centrodestra. Tanto che ormai il premier Giorgia Meloni la prende quasi con filosofia, pubblicando un selfie con sua sorella Arianna, dal commento alquanto ironico: «Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano».

Perché il presidente del Consiglio, oggetto delle critiche della sinistra che l’accusa un giorno sì e l'altro pure di fare la vittima, è realmente vittima, con tutto il suo governo, di uno spionaggio ormai fuori controllo. Un attacco sistematico all’ordine democratico, che emerge già con chiarezza dall’inchiesta del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone (nella foto, ndr), il quale da mesi è sulle tracce di mandanti, complici e destinatari di quel numero mostruoso di dossier orditi alla Superprocura.

 

Prima l’ossessione di Striano & Co, il team del presunto dossieraggio che ha messo nel mirino i big del centrodestra fin dai primi giorni della formazione della squadra di Palazzo Chigi e che è stato scoperto grazie alla denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto, bersaglio degli accessi abusivi del finanziere infedele alle banche dati e della cessione di documenti riservati a tre giornalisti di Domani.

 

Sgominato il verminaio con l’arrivo alla Dna del nuovo procuratore capo Giovanni Melillo, lo stesso Melillo, in buona compagnia con Meloni, Crosetto e altri ministri, finiscono poi nel mirino di un funzionario di Banca Intesa, che ha setacciato i conti corrente di 3.500 clienti dal 2022 all’agosto scorso, quando è stato licenziato in tronco a seguito degli accertamenti dell’istituto di credito, partiti da un esposto di un correntista della filiale di Bitonto, in provincia di Bari. Tra gli spiati dal bancario, che ora è sotto indagine penale per aver violato la segretezza di dati ipersensibili su personalità politiche, ci sono appunto Giorgia e Arianna Meloni, l'ex compagno della premier, il giornalista Andrea Giambruno, il ministro del Turismo, Daniela Santanché, il titolare degli Affari Europei e oggi vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme dell'Ue, Raffaele Fitto, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il governatore del Veneto, Luca Zaia, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il procuratore di Trani, Renato Nitti e poi graduati dell'Arma dei carabinieri e alti ufficiali della Guardia di finanza.

«Le domande legittime sono molte: quanti dossier hanno costruito in questi anni? Quanti sono quelli che non conosciamo ancora? E poi: perché, su richiesta di chi, con che finalità?», ha scritto ieri Crosetto su X, il quale proprio il giorno prima si era presentato al Copasir per un’audizione relativa al dossieraggio all'Antimafia, i cui contenuti sono secretati ma durante la quale ha affrontato la questione riguardante probabili collegamenti tra gli spioni e 007 infedeli. Così come da un lato l'inchiesta di Cantone, e dall’altra quella di Bari, stanno cercando di approfondire, per dipanare il bandolo di una matassa che potrebbe rivelare un filo rosso, seppure al momento invisibile, tra le vicende.

 

Perché nessuno crede alla favoletta del finanziere con la sindrome del Don Chisciotte, che mette a rischio la sua carriere per soddisfare le richieste degli amici giornalisti.

Né tantomeno è plausibile che un insospettabile bancario vada per due anni in ufficio e anziché occuparsi di bonifici e apertura conti, si intrufoli per mera curiosità nei rapporti finanziari di mezzo governo, con l'azzardo di finire in galera per aver spiato il presidente del Consiglio italiano. Il funzionario di Banca Intesa che funge da tesoriera ai parlamentari, secondo gli accertamenti, tra febbraio 2022 e aprile 2024 ha effettuato 7mila accessi illegali su oltre 3.500 clienti, con il portafoglio nelle 679 filiali sparse in tutta Italia.