l'inchiesta di bari

Conti correnti spiati, caccia ai possibili complici. "I dati dovevano restare segreti"

Le informazioni spiate nei conti correnti di esponenti del governo, politici e vip "nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete". Lo scrivono il procuratore capo della Repubblica del tribunale di Bari Roberto Rossi e l’aggiunto Giuseppe Maralfa nel decreto di perquisizione e sequestro, con informazione di garanzia, nei confronti di Vincenzo Coviello, 52 anni, di origini bitontine, dipendente dell’istituto di credito indagato per i delitti di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

I FATTI - Tra il 21 febbraio 2022 ed il 24 aprile 2024, l’ex dipendente, licenziato l’8 agosto scorso, avrebbe effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti ’portafogliati' a 679 filiali del gruppo bancario Intesa Sanpaolo e nello specifico aveva provveduto ad interrogare i dati di numerosi personaggi del mondo politico, dello spettacolo, dello sport e della cronaca. La perquisizione e i sequestri hanno interessato l’abitazione, l’auto in uso e la ex postazione di lavoro nel distaccamento di Bisceglie della Filiale Agribusiness di Barletta, di Banca Intesa-San Paolo, emesso dal procuratore della Repubblica del tribunale di Bari, Roberto Rossi e dell’aggiunto Giuseppe Maralfa ed eseguito ieri dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria dell’Arma, incaricati dalla Procura della Repubblica di Bari.

 

 

IL SEQUESTRO - Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria sono stati sequestrati smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi. Nello specifico sono stati acquisiti agli atti del procedimento penale gli apparecchi telefonici in uso, dal 16 settembre 2022, documenti, la corrispondenza, i dati, le informazioni, i programmi informatici. Oltre al personal computer, tablet, notebook, chiavi usb e altri supporti informatici, le periferiche (personal computer, notebook, tablet, hard disk, telefono aziendale, ecc.) utilizzate dall’ex funzionario nella sua ex postazione di lavoro.  Per la Procura, inoltre, si rende necessario individuare anche "concorrenti" nei reati per i quali l’ex dipendente è indagato. 

 

I NOMI - Nello specifico l'indagato aveva provveduto ad interrogare i dati di numerosi personaggi del mondo politico, dello spettacolo, dello sport e della cronaca, tra cui figuravano il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Giorgia Meloni e suoi congiunti e persone a lei vicine (Arianna Meloni e Andrea Salvatore Giambruno), del Ministro della Difesa Guido Crosetto, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di alcuni ministri dell’attuale Governo, tra cui Raffaele Fitto e Daniela Garnero Santanchè, dei Governatori della Puglia e del Veneto Michele Emiliano e Luca Zaia, di esponenti politici di diversi partiti oltre che alcuni ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza.