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Emanuela Orlandi, "non potevano riconsegnarla e...": la convinzione di Pietro

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"Io non ho la verità in tasca, ma non posso non seguire tutte le situazioni e gli indizi che emergono. Devo farlo, cercare di capire e proporre alla Commissione o alla Procura. È l’unica cosa che posso fare per continuare a tenere alta l’attenzione su questa vicenda". Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, nel corso di un incontro nella sala della Protomoteca del Campidoglio dal titolo "41 anni senza arrendersi" esprime fiducia sulla possibilità di risolvere finalmente il giallo della scomparsa, o almeno di avvicinarsi alla verità. "La Commissione parlamentare, l’ho sempre detto, è necessaria per tutto quello che c’è stato attorno a questa vicenda. I depistaggi, le intromissioni anche dello Stato italiano e di quelli esteri. Bisogna fare chiarezza su tutto", ha proseguito Orlandi. "Non soltanto per la famiglia, come ho sentito dire spesso, perché sarebbe stato ingiusto nei confronti di tutte le altre famiglie che vivono questa situazione, ma per tutto quello che ha circondato questa vicenda"

Sulle tante ipotesi fatte negli ultimi decenni, la pista inglese "è valida, ci sono tante coincidenze" anche se "non porta a capire tutto", afferma il fratello di Emanuela che ha ricordato la versione raccontata da Sabrina Minardi, già amante di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana, e si è detto convinto che effettivamente la sorella "è stata riconsegnata perché c’era stato un ricattatore ed, evidentemente, le richieste del ricattatore sono state accontentate". Secondo Pietro tuttavia a quel punto "Emanuela era una testimone vivente di quello che era successo" quindi "non potevano riconsegnarla alla famiglia" né eliminarla quindi "l’hanno messa in un ambiente della chiesa, in Inghilterra. Cosa è successo dopo non lo so", è la convinzione di Orlandi.

 

 

Sul lavoro della Commissione, Orlandi spiega che "Monsignor Valentino Miserachs Grau, l’insegnante di canto di Emanuela, la settimana scorsa ha detto delle cose importanti", "anche rispetto a Francesca Immacolata Chaouqui. Presumo che lei dovrà essere ascoltata, anche si avvarrà sicuramente del segreto pontificio". Andrea De Priamo, Senatore e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ha detto ai cronisti che Chaouqui "è nell’elenco delle persone che potrebbero essere audite". Si parla della famosa cassa contenente presunti documenti su Orlandi che sarebbe stata custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore. 

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