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Roma, il vademecum di anarchici e Black bloc per scatenare il caos

Christian Campigli
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Anarchici, attivisti dei centri sociali, antagonisti. Pronti ad invadere Roma e a metterla a ferro e a fuoco. Per «manifestare» il proprio odio verso il governo israeliano, la propria vicinanza ad Hamas e per dimostrare come le misure del governo siano del tutto inefficaci. E fasciste. Questo pomeriggio, nella capitale, sono attesi oltre mille «black bloc de noialtri», incattiviti dal nuovo decreto sicurezza che, secondo l’universo progressista «ucciderebbe il dissenso». E così, sui social, è nata la «Rete Liberi/e di lottare contro il Ddl 1680». Un insieme di uomini e donne convinti che il governo israeliano e quello italiano rappresentino il male assoluto. Per i nipotini di Carlo Marx gli stati islamici, dove il pluralismo è un concetto puramente teorico, dove i gay sono considerati dannati e dove la donna è vista come un essere inferiore all'uomo, sono l’apoteosi della democrazia. Centri sociali di Firenze, Napoli, Torino e Palermo, solo per citarne alcuni, sfileranno per le vie della città eterna, cercando di mischiarsi alle (poche) persone pacifiche.

 

 

Ma come riusciranno a superare i blocchi di polizia annunciati dal Viminale? Secondo le nostre fonti privilegiate, gli spostamenti saranno organizzati in cinque modalità differenti. La prima ondata, quella che avrà il compito di portare a Roma manifesti, striscioni e materiale propagandistico è già giunta a Trastevere e dintorni, tra mercoledì e giovedì. Attivisti che hanno soggiornato chi all’interno dei centri sociali laziali, chi a casa di altri compagni. Il grosso si muoverà stamani. Una parte in moto ed in auto, mai più di due persone a mezzo (per non destare sospetti, se fermati), senza nessun tipo di oggetto che possa ricondurli al centro sociale di appartenenza. Il viaggio sarà portato a termine evitando l’A1 e utilizzando strade provinciali, solitamente meno presidiate dagli agenti. Un’altra parte dei «black bloc de noialtri» arriverà a Roma in treno. Anche in questo caso, verranno scelti convogli regionali, anche a costo di impiegare molte ore per il tragitto. Vagoni pieni di studenti e di lavoratori e quindi più adatti per camuffarsi con questi ultimi. Non mancheranno gli autobus presi a noleggio ma saranno una sorta di specchietto per le allodole. Gli antagonisti sono cioè consapevoli che i bus verranno controllati da polizia e carabinieri e che i passeggeri corrono il concreto rischio di essere fermati, perquisiti e di arrivare in ritardo al cuore della manifestazione. Un danno messo in conto, per intendersi.

 

 

Nei gruppi whatsapp è girato un volantino digitale che consigliava di non usare mezzi pubblici né privati una volta giunti a Roma. Di «spostarsi a piedi e sempre in gruppo. Il questore Roberto Massucci sta dispiegando una quantità infinita di fdo (acronimo di forze dell’ordine). Non facciamoci trovare impreparati». Il nostro quotidiano è venuto anche in possesso di un documento particolarmente interessante. Un autentico vademecum dell’antagonista che si appresta a manifestare in piazza il proprio dissenso. Si tratta del «Piccolo manuale di autodifesa legale» redatto dal Partito dei Carc, il movimento dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Trentasei pagine su come vivere e come condurre la lotta politica per far sorgere il Sol dell'Avvenire. A pagina 20 si possono leggere i «consigli peri compagni che prendono parte a manifestazioni a rischio». Si va da suggerimenti pratici («evita di portare con te materiale sensibile, chiavette usb, numeri di telefono non necessari, foto di altri contesti»), ad indicazione per fronteggiare gli uomini in divisa («avere con sé degli apparecchi fotografici possibilmente non costosissimi è utile per testimoniare eventuali abusi polizieschi»). Non mancano poi indicazioni sul look: «Sono consigliate scarpe leggere, perché nel caso di cariche si deve correre, magliette a maniche lunghe e pantaloni, per l’utilizzo di gas urticanti è bene non avere parti del corpo scoperte». Ma nella coda sta il veleno: «Se decidete di sfidare il divieto, partite immediatamente con una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e cercate di ottenere appoggi e consensi nell’ambito dei sinceri democratici, degli intellettuali, della sinistra istituzionale e non, delle forze antifasciste». Come dire, se volete superate il limite sancito da una legge dello Stato, cercate di farvi difendere dai tromboni stonati della sinistra. Funziona sempre.

 

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