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Rafforzati i controlli al Ghetto di Roma: presidiati gli obiettivi sensibili

Francesca Musacchio
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 Ghetto blindato in occasione del 5 ottobre. Dopo il divieto emesso della Questura di Roma, i gruppi filo-palestinesi non si fermano e il fine settimana della Capitale potrebbe diventare a rischio. Oltre alle manifestazioni, infatti, l’attenzione è concentrata su tutti i luoghi sensibili già oggetto di scrupolosa vigilanza.

 

 

Non solo il Ghetto, dunque, anche gli interessi israeliani nella Capitale saranno sotto osservazione, così come gli uffici delle rappresentanze diplomatiche e quelle delle imprese operanti in Italia con base a Roma. Nella zona del Tempio Maggiore l’attenzione è già massima da un anno a questa parte e per l’occasione, a tutte le realtà occupate nella sicurezza, è stato chiesto un ulteriore impegno a seguito della campagna denigratoria contro l’insieme delle comunità ebraiche in Italia. Tra pattuglie mobili e fisse, gli ingressi allo storico quartiere romano saranno sotto osservazione per scongiurare il rischio di qualsiasi azione anche solo dimostrativa. Il rischio, infatti, non arriva solo dalle manifestazioni non autorizzate che potrebbero creare problemi di ordine pubblico nelle aree in cui si concentreranno, violando il divieto, i gruppi pro Palestina. Ma si estende anche a tutti quegli obiettivi sensibili che potrebbero essere oggetto di attenzione da parte di singoli o piccoli gruppi, soprattutto dopo la pubblicazione delle liste di «agenti sionisti».

 

 

Da giorni, infatti, le attività informative delle forze dell’ordine si sono intensificate a causa della «caccia all’ebreo» lanciata da chi intende opporsi al divieto della Questura di Roma per manifestare contro Israele. «Il 5 ottobre tutti/e a Roma. Rispondiamo con la mobilitazione di massa allo stato di polizia», è uno degli slogan che circolano in rete insieme all’invito a raggiungere la capitale da ogni parte d’Italia con mezzi propri o autobus.

Uno dei punti di ritrovo per manifestare, almeno da quanto pubblicato in rete, è Piramide, dove gli organizzatori hanno dato appuntamento ai partecipanti per supportare «la legittima pretesa di liberazione di tutta la Palestina storica, dal fiume al mare».

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