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Papa Francesco vuole beato il re antiabortista Baldovino

Alessandra Zavatta 
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Papa Francesco vuol fare beato il re che rifiutò di promulgare la legge sull’aborto. Il sovrano in questione è Baldovino del Belgio. «Un re coraggioso perché davanti a una legge di morte, lui non ha firmato», ha spiegato il Pontefice durante il viaggio apostolico a Bruxelles scatenando il caos. Jorge Mario Bergoglio ha assicurato che la causa di beatificazione del sovrano andrà avanti. Perché Baldovino ha vissuto in maniera eroica tutte le virtù cristiane. Il 3 aprile 1990, il Parlamento belga, applicando una particolare interpretazione della Costituzione, prese atto di una temporanea «impossibilità di regnare» da parte del monarca. Che venne «sospeso» dalle funzioni. Giusto il tempo affinché i deputati approvassero la legge che depenalizzava l’interruzione di gravidanza entro dodici settimane dal concepimento. Per poi tornare sul trono 36 ore dopo.«Un atto di coraggio», secondo Papa Francesco.

«Ci vuole un politico «i pantaloni» per fare questo. Ci vuole coraggio. Ha dato un messaggio e l’ha fatto perché era un santo». «Le donne hanno diritto alla vita: alla vita propria, alla vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo: un aborto è un omicidio», ha insistito. «La scienza ti dice che ad un mese del concepimento ci sono già tutti gli organi. E i medici che si prestano a questo sono sicari. Si uccide una vita umana».

 

 

L’affermazione ha raccolto diverse proteste da parte dei medici e delle migliaia di donne che ieri hanno partecipato alle manifestazioni, da Torino a Roma, per difendere la legge 194 del 1978 che regolamenta l’aborto in Italia. Visto il putiferio sollevato, il Pontefice ha sottolineato che «le donne hanno il diritto di proteggere la vita». «Un’altra cosa sono i metodi anticoncezionali. Non bisogna confondere», ha chiarito. «Parlo soltanto sull’aborto adesso. E su questo non si può discutere». Chissà che la sensibilità di Baldovino sia frutto dei cinque aborti (spontanei, però) della moglie, e regina, Fabiola!

Se la tappa per pregare sulla tomba del contestato re, nella Chiesa di Nostra Signora di Laeken, accanto al castello residenza ufficiale dei sovrani del Belgio, ha suscitato non poche obiezioni, non è andata meglio la visita all’Università di Lovanio. Dove, rispondendo alle domande di studenti e professori sul ruolo della donna, il Pontefice l’ha definita «moglie, madre e sorella». Mentre chi aveva stilato l’elenco dei «dubbi» avrebbe voluto sapere qualcosa di più sul ruolo della donna nella Chiesa cattolica. Ne è nata una nota di contestazione da parte dell’ateneo che si richiama proprio ai valori cattolici. Una nota in cui docenti e alunni hanno espresso «incomprensione e disapprovazione» riguardo le opinioni del Papa. Che a Lovanio era andato per celebrare i seicento anni di attività dell’università. «Un’azione scorretta. Non è morale - ha affermato Jorge Mario Bergoglio - Questo comunicato è stato fatto prima che parlassi». È, infatti, stato diffuso pochi minuti dopo il discorso del Pontefice e i tempi per scriverlo sarebbero stati troppo ristretti.

«Io parlo sempre della dignità della donna: la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù. Maschilizzare la Chiesa, maschilizzare le donne non è umano, non è cristiano», ha ribattuto Francesco a chi voleva sapere quando arriveranno le prime donne-prete nella Chiesa cattolica. Il Vaticano ha avviato da tempo la discussione sulla possibilità di aprire a donne-diaconi che, comunque, non potranno celebrare messa. Ma in Belgio, e nel Nord Europa, su questo argomento la sensibilità è più aperta rispetto a Roma. «La donna è uguale all’uomo, anzi, nella vita della Chiesa la donna è superiore. È più grande la misticità della donna che il ministero», ha incalzato il Pontefice. «Un femminismo esagerato, che vuol dire che la donna sia maschilista, non funziona. Una cosa è il maschilismo che non va, una cosa è il femminismo che non va. Quello che va, invece, è la Chiesa-donna che è più grande del ministero sacerdotale».

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