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Da Gravina al Superbonus, i finti dossier degli spioni: così funzionava il sistema

Rita Cavallaro
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Un sistema illegale, tra gole profonde, intrusioni illecite ai sistemi e articoli giornalistici, per giustificare in Antimafia l'apertura dei dossier.
È il modus operandi del verminaio ordito dal finanziere Pasquale Striano e dal suo capo, l'ex pm Antonio Laudati, indagati in concorso con i giornalisti di Domani per accesso abusivo alle banche dati e rilevazione del segreto, ma che insieme rispondono pure di falso e abuso d'ufficio. Perché i due servitori dello Stato, oltre ad usare le Sos a proprio piacimento, avrebbero creato falsi dossier pre-investigativi per rendere lecite le loro investigazioni illegittime.

 

L'inchiesta del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha certificato che il duo Striano-Laudati, in diverse occasioni avrebbe effettuato «accessi alle banche dati per scopi del tutto avulsi dai compiti istituzionali della Pnaa», si legge nelle nuove carte. Che passano al setaccio i casi più rilevanti, ovvero l'affare Gravina, nato da un'imbeccata per fare la guerra al capo della Figc, il convento di Santa Marinella, creato ad arte con gli articoli sul giornale, e il condominio La Fenice, alimentato dall'amministratrice. Episodi in cui l'origine dell'atto d'impulso non è l'arrivo di una Sos da Bankitalia, ma indiscrezioni dei contatti personali. Insomma, gli amici riportavano confidenze ai due funzionari e a quel punto Striano setacciava le Sos per trovare un appiglio in grado di reggere la richiesta di avvio di dossier pre-investigativo da trasmettere al capo di via Giulia. Non solo. Gli ultimi approfondimenti hanno registrato che Striano si dedicava ai dossier spioni anche dopo la cacciata dalla Dna.

 

Spunta infatti una mail che il finanziere, il primo dicembre 2022, aveva mandato a Laudati, in merito a un'indagine per truffa sul Superbonus di cui non c'era alcuna Sos, ma lo sfogo di un'amministratrice di condominio stufa dei ritardi della ditta con i lavori del 110. Scrive Striano: «Sto applicando il motto della Finanza nel recisa recedit, in attesa che mi dicono cosa dovrò fare. Anche per dare sfogo all'amministratrice Marina Esposito, le allego l'attività pre-investigativa appena conclusa, così come sviscerata dagli elementi che la signora ci ha fornito. Nulla di quello che Marina ha riferito è confluito nella nota in allegato, mentre l'input, come leggerà, è partito, almeno formalmente, da una segnalazione che (almeno fino a 20 gg fa) non era ancora presente nel sistema area, nonostante rimane a pieno titolo utilizzabile per le convergenze di alcuni elementi con atti presenti in Sidna: diciamo, quindi, che siamo pienamente titolati a portarla avanti... Potevo fare di più ma i ragazzi stanno allo sbando quindi ho preferito lasciarli perdere. Io depotenziato (almeno per adesso)».

 

Una mail alla quale Laudati, che cerca di prendere le distanze dal suo spione, risponde telegrafico «grazie mille. In bocca al lupo». E Striano Pagine La voluminosità del dossier che il procuratore Cantone ha inviato alla commissione Antimafia consiglia alla donna di parlare con il pm, perché «io adesso mi sto occupando di altre cose e non ho neanche la possibilità di poter guardare ma proprio perché mi è vietato dalla legge». Per Cantone «Laudati e Striano condividono una modalità di lavoro del tutto abusiva e sganciata dai compiti istituzionali della Dna. Le comunicazioni tra i due indagati relative a tale contesto appaiono davvero eloquenti... sia Laudati che Striano hanno perfettamente chiaro in mente che l'attività del Gruppo Sos è lecita nella misura in cui "parte" da Sos... Eppure, nonostante ciò, Laudati utilizza il Gruppo Sos, e Striano in particolare, come una sorta di polizia privata». Per la Procura «Striano opera sempre gli approfondimenti richiesti da Laudati, lo asseconda senza alcuna replica e per tali ragioni entra anche in contrasto con alcuni appartenenti al Gruppo Sos che notano le anomalie circa le attività svolte in queste circostanze.

Al tempo stesso, Striano, godendo della piena fiducia di Laudati, ed assecondandolo, ha di fatto "carta bianca" nello svolgimento del proprio lavoro e, in molteplici occasioni, anche diverse da quelle "richieste" da Laudati, opera attività di accesso ed analisi delle banche dati in modo del tutto abusivo».

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