carte di becciu
Vaticano, partita la caccia per trovare chi ha passato le carte di Becciu a Striano
La notizia della misteriosa «missione» di Pasquale Striano in Vaticano a poche ore dallo scoppio del caso Becciu crea scompiglio nelle mura Leonine. La circostanza, riportata ieri in esclusiva su Il Tempo, ha suscitato l'interesse dei principali protagonisti dell'affare del palazzo di Londra, finiti a processo insieme al cardinale Angelo Becciu proprio a seguito del caos provocato dallo scoop del settimanale L'Espresso, firmato dal cronista Emiliano Fittipaldi e corredato da un documento segretissimo della Segreteria di Stato, che gettava ombre su circa 650 milioni di fondi extrabilancio dell'Obolo di San Pietro, destinati ai poveri e invece impiegati per fare affari. Che sulla vicenda ci fosse la manina dello spione Striano lo aveva rivelato proprio Il Tempo a marzo scorso, quando vi avevamo dato conto delle intrusioni illecite al sistema analisti che il finanziere dell'Antimafia aveva effettuato su tutte le persone coinvolte nella compravendita dell'immobile di Sloane Avenue, a esclusione di Becciu, tra il 22 luglio e il 30 agosto 2019, quando aveva scaricato dalle banche dati della Dna una serie di informazioni, documenti e alert dell'antiriciclaggio, in parte contenute nell'articolo de L'Espresso.
Tanto che il promotore di giustizia del Papa, Alessandro Diddi, ha aperto un fascicolo per individuare i responsabili del dossieraggio e risalire a chi ha seguito le tracce della gendarmeria, che in quel momento stava portando avanti nel massimo segreto l'indagine sull'operato della Segreteria di Stato. E ora che la Procura di Perugia ha accertato che Striano ha incontrato qualcuno in Vaticano a poche ore dall'uscita de L'Espresso, Riccardo Sindoca, il procuratore in atti di Cecilia Marogna, condannata con Becciu, nell'esprimere apprezzamento per l'operato di Diddi, si appella al promotore affinché vada fino in fondo, al fine «di comprendere meglio e dirimere eventuali "dubbi ed ombre" che la sola presenza di Striano getta sia sulla Gendarmeria vaticana che sull'operato della polizia giudiziaria, componente essenziale dell’ufficio del promotore di giustizia».