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Chiara Petrolini non risponde al gip. L'avvocato spiazza tutti: "Manca qualche pezzo"

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Chiara Petrolini, la 21enne indagata e accusata di avere seppellito i due figli neonati nel giardino di casa sua, a Vignale di Traversetolo, nel Parmense, e, nel caso dell'ultimo nato, anche di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte al gip, oggi pomeriggio, all'interrogatorio di garanzia in procura. Per il suo avvocato, Nicola Tria, si è trattato di una "scelta tecnica", il che non significa che la giovane, in un altro momento, "non possa di nuovo rendere dichiarazioni o sottoporsi a un interrogatorio, così come ha fatto anche in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente e una volta essendo interrogata".

 

In procura, oggi, è arrivata intorno alle 14.30 e se n'è andata prima delle 15, coprendosi il volto con un foglio bianco e poi con la giacca, una volta salita in auto. "È stata interrogata e io credo anche che abbia comunque fornito un contributo per nulla irrilevante alla ricostruzione dei fatti - ha precisato il legale-. La famiglia, tutta la famiglia, chiede che si rispetti, in qualche modo, la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti, la sofferenza anche che questa vicenda ha causato e sta causando e che si rispetti anche il legittimo silenzio che hanno deciso di mantenere in questo momento". Per Tria, che ha descritto il caso come una storia "tragica da qualunque punto di vista la si voglia guardare e particolarmente complessa", alla vicenda "qualche pezzo manca", anche se non ha voluto precisare il riferimento.

"Io non ho intenzione di partecipare a processi paralleli sui media, non ho intenzione di anticipare scelte o strategie difensive - ha concluso l'avvocato -. Credo, e ne sono fermamente convinto, al di là del vostro lavoro (dei giornalisti, ndr) e del clamore mediatico che, in questo momento, c'è su questa vicenda, che i processi si facciano in tribunale, l'unico luogo, esclusivamente, in cui si accertano le responsabilità e si ricostruiscono i fatti".

 

La procura, poche ore prima dell'interrogatorio, in una nota, è tornata intanto sul primo comunicato stampa, uscito il 16 settembre, che intendeva "cercare di individuare un punto di equilibrio fra tre aspetti importanti, quali il diritto di cronaca, il segreto di indagine e la presunzione di innocenza". "Quanto al circo mediatico, ci si permette di evidenziare che un conto è dare informazioni su ciò che è accaduto, anche ricercando fonti di prova in giro per il paese, altro conto è assediare letteralmente per giorni interi con telecamere, microfoni e taccuini i protagonisti delle vicende, quali indagati, persone offese, rispettive famiglie e le loro abitazioni; a proposito: perché quando vi è stato l'ultimo sopralluogo, finalizzato a scavare nel giardino dell'indagata da parte di carabinieri e consulenti tecnici, c'era un drone di una rete televisiva che cercava di 'spiare' le operazioni, tanto da indurre gli operanti a proteggere le attività con delle lenzuola?", si legge nella nota, in cui si sottolinea anche come non ci sia stato "nessun atteggiamento di indulgenza" da parte della procura, "avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nell'applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso". Si attende la decisione del gip, per la misura cautelare. La giovane, al momento, si trova agli arresti domiciliari, con le accuse di omicidio premeditato e soppressione di cadavere.

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