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Irene Pivetti e le Ferrari in Cina, condannata per evasione fiscale. "Sono innocente e lo dimostrerò"

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Il Tribunale di Milano ha condannato 4 anni l’ex presidente della Camera Irene Pivetti nel processo in cui è imputata per evasione fiscale e autoriciclaggio perché avrebbe nascosto al Fisco i proventi dell’operazione commerciale nel 2016 di acquisto e immediata rivendita di tre auto Ferrari Gran Turismo e il marchio della scuderia Isolani Racing Team. Il pm Giovanni Tarzia, titolare delle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, chiedeva 4 anni di reclusione mentre l’avvocato Filippo Cocco, legale di Pivetti, l’assoluzione. Le giudici Scalise-Castellabate-Cecchelli della quarta sezione penale del Tribunale hanno riconosciuto le circostanze attenuanti generiche a Pivetti non accogliendo la richiesta del pm Tarzia che ne chiedeva l’esclusione. Come pene accessorie l’ex presidente della Camera e imprenditrice ha ricevuto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi. 

La più giovane presidente della Camera, seconda donna dopo Nilde Iotti, in una dichiarazione proclama la sua innocenza e la determinazione di dimostrarla nel secondo grado di giudizio. "È la condanna chiesta dal pm, ma questo è solo la fine del primo tempo. Ricorreremo in appello, ora attendo le motivazioni della sentenza perché sono davvero molto curiosa di vedere come hanno fatto a non tenere conto dei fatti che abbiamo elencato. Sono molto serena, io sono perfettamente innocente e avremo modo di chiarirlo in appello", sono le parole di Pivetti, "era chiaro che non poteva esserci un’assoluzione, non mi aspettavo nulla di diverso: non è che voi (giornalisti, ndr) siete qui perché ci sono io, io sono qui perché ci siete voi. Questo processo è iniziato per creare risonanza mediatica, ma la verità mi dà fiducia per il secondo tempo". 

 

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