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Guerra per il partito di Vannacci: Belviso espulso denuncia gli altri "colonnelli"

Christian Campigli 
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Un autentico terremoto. Che ha visto il nostro quotidiano involontario protagonista della querelle tra i vertici dei movimenti in sostegno del Generale. Marco Belviso, giornalista e fondatore del movimento “Gli amici del Nord Est per Vannacci” ha presentato denuncia per violenze private e minacce da parte di tre esponenti de “Il mondo al contrario“, la prima associazione nata in sostegno dell'europarlamentare della Lega.

 

 

È indispensabile però fare un passo indietro. Sabato scorso le nostre colonne hanno ospitato una lunga intervista a Belviso. Una chiacchierata franca, schietta, mai banale, ma tutt'altro che offensiva o denigratoria. Nella quale si evidenziava come, al momento, non vi fossero le condizioni per la creazioni di un nuovo partito del geenrale, ma che, al tempo stesso, gli elettori di Vannacci si riconoscessero maggiormente in posizioni politiche più vicine a quelle di Anna Maria Cisint o Susanna Ceccardi piuttosto che a quelle di Luca Zaia o Massimiliano Fedriga.  Evidentemente queste parole non sono però piaciute al presidente del comitato “Il Mondo al Contrario”, Fabio Filomeni, a Bruno Spatara segretario dell'associazione e al tesoriere Gianluca Priolo. Che non hanno perso tempo e si sono recati, di persona, a casa di Belviso. “Mi hanno detto che dovevo stare zitto, fermo e seduto sul divano”. Nel documento di espulsione viene citato espressamente il nostro articolo come casus belli che avrebbe portato a questa sanzione. “Volevano che lo firmassi, oppure che rinunciassi alla mia attività giornalistica, cosa che non posso fare perché è il mio lavoro, così mi sono rifiutato. Per quanto io ne sappia, Vannacci non è coinvolto in questa storia”. Contattato da Sky, Filomeni ha fornito la sua versione dei fatti. “La questione sollevata dal dottor Belviso riguardo la sua espulsione dal comitato è contenuta, senz'altro aggiungere, nella lettera a lui diretta e consegnata personalmente, con preavviso, correttezza e rispetto, in quanto coordinatore d'area. Ci tuteleremo nelle sedi opportune dalle espressioni lesive della onorabilità propria dell'associazione e dei suoi appartenenti pubblicate a margine di questa vicenda”.  
 

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