pista di londra

Caso Orlandi, la mossa a sorpresa del fratello: "Faccio io il nome". Cosa trapela della Commissione

Nel caso della scomparsa di Emanuela Orlandi si torna a parlare della "pista di Londra" che tira in ballo direttamente il Vaticano. Pietro Orlandi, fratello della cittadina vaticana scomparsa nel 1983, in una intervista a Verissimo ha rivelato un nome nuovo che a suo dire potrebbe essere direttamente coinvolto nel rapimento della donna che all'epoca dei fatti aveva 15 anni. "Era un ex Nar che si chiama Vittorio Baioni" l’uomo che lo avrebbe instradato sulla "pista di Londra" e che avrebbe fatto da carceriere a Emanuela, ha affermato Piero Orlandi sostenendo che la sorella sarebbe stata portata a Londra e tenuta nascosta fino almeno al 1993. Baioni, dice ancora Pietro Orlandi, "era un ex Nar, amico di Valerio Fioravanti e altri coinvolti" nella strage di Bologna. "Siccome nessuno lo cerca, faccio io il nome - aggiunge - la pista di Londra è la più importante ma non se ne vuole occupare nessuno".

 

 

A febbraio, nella stessa trasmissione condotta da Silvia Toffanin su Canale 5, Orlandi aveva detto di essere stato contattato da una persona che sosteneva che Emanuela Orlandi fosse stata portata a Londra per una storia legata alla pedofilia. "Emanuela era a Londra, in un appartamentino gestito dagli Scalabriniani, Era incinta, ed era stata fatta ricoverare per interrompere la gravidanza. O almeno, è quello che mi farebbe capire questa persona", aveva detto Pietro a Verissimo che aveva ricevuto alcuni documenti a riguardo.

 

 

L'ultima uscita pubblica del fratello di Emanuela ha provocato lo "stupore" della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Orlandi e di Mirella Gregori. La pista di Londra viene indagata "proprio come tutte le altre piste sulle quali l’organismo parlamentare sta lavorando", fanno trapelare ambienti della stessa Commissione secondo quanto riporta Adnkronos. Dalla Commissione filtra se non irritazione quanto meno stupore per le parole di Pietro: la Commissione parlamentare di inchiesta sta indagando e lo fa in modo serio, è il ragionamento che fanno fonti della stessa Commissione, ma questo lavoro non si concilia con le continue esternazioni mediatiche che rischiano anche di "bruciare" verifiche e approfondimenti svolti nel riserbo. In ogni caso, un nuovo nome si aggiunge ai tanti che potrebbero essere legati, in un modo o nell'altro, a uno dei grandi misteri italiani.