Caso Dossier, su Crosetto ricerche "arbitrarie e abusive": Melillo punta il dito sul metodo Striano
Sul ministro Guido Crosetto c'è stata una raccolta dati "inimmaginabile" frutto di un'attività "abusiva e arbitraria". Lo dice il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo davanti al procuratore di Roma Francesco Lo Voi e alla sostituta Antonia Giammaria, in un lungo verbale agli atti dell’indagine di Perugia sulla centrale di dossieraggio e accessi abusivi di cui sono accusati di far parte il finanziere Giuseppe Striano e il magistrato Antonio Laudati, il cui contenuto è stato riportato dal Corriere della sera.
Dossier, tutti gli uomini del sistema Laudati. La passione per la "polizia privata"
"Nella vicenda che ha riguardato il ministro Crosetto non c’è nulla che lasci intendere minimamente che abbia avuto radice in segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e quindi, possibilmente, indicazioni del magistrato incaricato delle Sos (per l'appunto, le segnalazioni di operazioni bancarie sospette, ndr) , perché mancava proprio il file originario, nel senso che non c’era nessuna Sos. E questo rende palesemente abusiva e arbitraria l’attività svolta dal tenente Striano, che lui rivendica sotto la dizione “preinvestigazioni”", affermava Melillo illustrando ciò che aveva accertato sulle attività emerse dietro lo scudo dell’ufficio che dirigeva da nove mesi. Materiale poi uscito su un quotidiano tra l’estate e l’autunno 2022.
Crosetto-Mantovano: "Fiducia nei servizi". E Gasparri avverte: fino in fondo sui dossier
Insomma, così funzionava il cosiddetto metodo Stiano. Melillo infatti parla di un'attività "radicalmente abusiva dal punto di vista delle competenze del mio ufficio assolutamente inimmaginabili", e "resa evidentemente possibile dalla precedente organizzazione dell’ufficio".