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L'Espresso, tutti i giornalisti in sciopero ma esce lo stesso? Che succede nella storico settimanale della sinistra

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Sciopero dei giornalisti de L'Espresso ma lo storico settimanale della sinistra potrebbe andare in edicola lo stesso venerdì 6 settembre. Un cortocircuito editoriale e culturale quello che si sta verificano nella rivista diretta dal 31 maggio da Emilio Carelli, ex direttore di TgCom e di SkyTg24 ed ex parlamentare del M5s,  e di cui è editore l’imprenditore  petrolifero Donato Ammaturo. 

I giornalisti hanno proclamato lo sciopero il 2 settembre per martedì 3 settembre, che di prassi è il giorno di chiusura delle pagine, denunciando varie criticità come i mancati rinnovi dei contratti a termine, l'assenza di un piano editoriale, il massiccio utilizzo di collaboratori esterni e via dicendo. Ma hanno esteso la protesta al mercoledì denunciando il tentativo da parte di cda e direzione di andare in stampa comunque avvalendosi di un service. 

“I redattori de L’Espresso, riuniti in assemblea - si legge in un comunicato dei giornalisti  - denunciano il tentativo dell’editore di far uscire il giornale mentre è in atto uno sciopero della redazione. Un grave attacco al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione, che configura i profili di un’azione antisindacale. Il tentativo è ancora più grave in quanto espressione di una concezione delle relazioni sindacali del tutto estranea alla storia e alle tradizioni de L’Espresso, testata che si è sempre battuta per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la democrazia nei luoghi di lavoro. L’assemblea dei redattori de L’Espresso continua la sua battaglia per un giornalismo libero e democratico, per relazioni sindacali improntate al rispetto reciproco e difenderà in ogni forma possibile i diritti dei giornalisti e di un giornalismo indipendente, da diverso tempo sempre più sotto attacco da parte dei centri di potere economico e politico”.

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