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Sharon, spunta il video rap di Moussa Sangare. Cosa hanno trovato a casa sua

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"È una vicenda senza senso, sicuramente andrà approfondito l’aspetto psichiatrico", afferma Angelo Maj, legale di Moussa Sangare, fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni. L'avvocato spiega di essere stato chiamato stanotte per assistere Sangare durante l’interrogatorio e di essere poi stato nominato da lui come suo avvocato di fiducia. "Quando gli ho parlato, mi ha detto che era dispiaciuto per quello che sè successo, se ne è reso conto a un certo punto - aggiunge -. Non era sotto effetto di sostanze, a quanto si è capito. Quello che è successo è senza dubbio inspiegabile". Cittadinanza italiana, origini del Mali, 31 anni, disoccupato: emergono ora dopo ora nuovi elementi su chi è il killer di Terno d'Isola. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dagli inquirenti che lo hanno arrestato alle 4 del mattino, il 31enne viveva in una casa occupata di Suisio, paese poco distante dal luogo del delitto, dove era piuttosto conosciuto anche per le esperienze musicali. 

 

 

 

Nel 2016 con il nome d'arte di "Moses Sangare" aveva collaborato con il rapper Izi per la canzone “Scusa”, il cui video vanta oltre 15 milioni di visualizzazioni su YouTube. Canta il ritornello. Ma il presente era lontano dai fasti della musica. "L’ho visto l’altro ieri sera. Ci siamo saluti a distanza con la mano. Mi è sembrato normale", ha detto un ragazzo di Suisio che conosceva Moussa Sagare. "Voleva andare a X Factor", ha detto un altro giovane ai giornalisti. "Ultimamente era cambiato - spiega un amico, minorenne. al Giorno - l'ho incontrato qualche sera fa e mi ha salutato, come sempre. Da quello che sappiamo non è mai stato violento, mi trattava come un fratellino". Secondo quanto ricostruito, girava per Suisio in monopattino elettrico, la madre lavora come cuoca all'asilo e il padre è morto anni fa per malattia. 

 

Emergono anche dettagli inquietanti. I carabinieri di Bergamo hanno trovato e sequestrato un cartone-sagoma con sembianze ’umane' "utilizzato come tiro al bersaglio" di coltelli nella casa occupata dove viveva a Suisio. Lo riferiscono fonti dell’indagine. Non solo. L’uomo fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni era indagato dalla Procura di Bergamo per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella con l’accusa di avere tentato di accoltellare alle spalle quest’ultima. 

 

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