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Sharon Verzeni, chi è Moussa Sangare: la casa occupata e l'indagine per maltrattamenti

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Svolta nelle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo hanno fermato la notte scorsa Moussa Sangare, 31 anni, nato a Milano, cittadino italiano di origini maliane che vive in una casa occupata a Suisio. È lui l’uomo in bicicletta ripreso da più telecamere in via Castegnate poco prima dell’una di notte quando la giovane donna veniva uccisa a Terno d’Isola, nella Bergamasca. Su di lui negli ultimi giorni si erano concentrati gli inquirenti. Prima in una breve dichiarazione, poi durante un interrogatorio assistito dall’avvocato Giacomo Maj, Sangare ha reso una "piena confessione".

 

"Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa. Sentivo l’impulso di accoltellarla". "Si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, poteva essere chiunque di noi" ha detto la procuratrice di Bergamo Maria Cristina Rota spiegando che "tra i due non c’era nessuna relazione, nessun movente razziale o terrorismo od odio religioso" e che a Sangare è stata contestata la premeditazione "perché è uscito di casa con quattro coltelli, aveva l’intenzione di colpire". Il coltello con cui l’avrebbe uccisa è stato trovato grazie alle informazioni date dal fermato che l’aveva sepolto "sull’argine del fiume nella zona di Medolago".

Per arrivare a lui, come spiegato dagli inquirenti, è stata decisiva la collaborazione e la testimonianza di due cittadini stranieri. "Siamo sollevati perché sono state spazzate via le speculazioni sulla vita di Sharon e di Sergio", è la prima reazione di Bruno Verzeni che, commosso, ha letto un comunicato stampa nel giardino della villetta dove dal giorno del delitto vive Sergio Ruocco, che sognava di sposare la giovane barista e avere dei figli con lei.

 

Il caso di cronaca, presto, si trasforma in un caso politico. "Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai Carabinieri!" scrive sui social il leader della Lega Matteo Salvini. Tanto basta alla sinistra per buttarla in politica. "Ovviamente Matteo Salvini ha già sentenziato la colpevolezza di Moussa Sangare, chiedendo pena esemplare, cioè potenziata? Ciò che è orribile nel suo post è il tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio: questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner" afferma Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera. 

Disoccupato e incensurato, Sangare era già indagato dalla Procura di Bergamo per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella. Il procedimento che è in fase di chiusura delle indagini risale al maggio 2024. L’uomo è accusato di avere tentato di accoltellare la sorella, riporta la Stampa. 

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