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Giornalisti indagati, Sara Giudice: "Lei era d'accordo", "paghiamo l'eccesso di vita"

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Sara Giudice, ex inviata di La7 indagata insieme al compagno, il giornalista del Domani Nello Trocchia con l’accusa di stupro di gruppo nei confronti di un’altra giornalista (accuse per le quali il pm ha chiesto l'archiviazione), spiega la sua versione in una intervista a Selvaggia Lucarelli, pubblicata sul Fatto di venerdì 30 agosto. «Salire in taxi con noi è stata una sua iniziativa, in taxi mi ha baciata lei. Mai l’abbiamo stretta, trattenuta, mai ha detto che non voleva fare qualcosa», dice rispetto alla serata nel pub a Trastevere avvenuta a gennaio del 2023. «A fine serata ero appoggiata a un camioncino, avevo i tacchi che mi davano fastidio, lei si avvicina e mi dà un bacio. L’ho ricambiata in allegria». Era «un gioco ma l’ho condiviso volentieri, mi è anche piaciuto. Ero anche un po' stupita di me perché era la prima volta che mi succedeva con una donna», afferma la giornalista.

La vicenda risale al 29 gennaio dello scorso anno, quando i tre si sarebbero trovati a trascorrere una serata di festa in un locale di Trastevere per festeggiare con altre persone il compleanno di Giudice. Conclusa la serata, sarebbero saliti a bordo dello stesso taxi e, secondo la denuncia di cui ha parlato ieri La Verità, la coppia avrebbe baciato e palpeggiato la collega che in quel momento, a suo dire dopo aver bevuto da un bicchiere di whisky passatole da qualcuno, sarebbe stata incapace di reagire. La presunta vittima dopo aver parlato con il compagno di quella notte avrebbe deciso di far analizzare le proprie urine, trovando tracce di Ghb, la droga dello stupro, che però non sarebbero emerse dal controesame della Procura. Il 2 febbraio ha presentato denuncia per violenza sessuale. A dicembre il gip dovrà decidere se accogliere l’istanza di archiviazione avanzata dal pm “perché il fatto non sussiste” o se accogliere l’opposizione proposta dalla denunciante.

Di quella sera «ricordo tutto. Ero euforica, ma eravamo tutti allo stesso livello, tutti presenti a noi stessi». E ancora: «Ci appoggiamo alla saracinesca sotto casa e continuiamo a baciarci. Avevo la bambina a casa, il giorno dopo dovevo partire...». La Ghb, ovvero la droga dello stupro? «Quando l’ho letto ho pensato alle cose più brutte. Che ci fosse una trama, qualcosa di più grande di noi. Non so neppure come è fatta». E sulla giornalista che li accusa. «La vorrei incontrare e chiedere 'perché? Parliamoci, lo sai anche tu che nessuno ti ha fatto violenza. Ti sei pentita? Ci sta. Ma la crisi di conformismo o il pentimento sono un’altra cosa, non si possono mischiare i piani'. Se ho contribuito a farla pentire di qualcosa le dico anche che mi dispiace, ma quel bacio era consenziente e lei lo sa».

Quando ha saputo dell’indagine, racconta ancora Giudice, l’ha riferito a Corrado Formigli. «È stato comprensivo e paterno mi ha detto di continuare a lavorare». E ancora: «Paghiamo l’eccesso di vita, forse. Ma se Nello mi avesse dato l’impressione di fare un gesto di troppo nei confronti si una donna l’avrei fermato. Anzi, l’avrei pestato. Io e lui non faremmo mai male a un qualsiasi essere umano».

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