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Covid, la verità di Bassetti sui tamponi: "Farne troppi aumenta la mortalità"

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«Io faccio l’infettivologo ed è oltre un anno che nel mio reparto non muore un paziente Covid». A precisarlo all’Adnkronos Salute è Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. «Oltre l’85-90% di coloro che oggi vengono ricoverati in ospedale con Covid - analizza - sono pazienti che non hanno la polmonite, ma che hanno altre problematiche e siccome vengono tamponati - un pò allo screening all’arrivo in ospedale e un po' anche a casa per eventuali raffreddori o per l’influenza - finiscono per entrare in ospedale» come positivi a Covid, ma «per insufficienza cardiaca, per problemi renali, per problemi neurologici, per altri tipi di problematiche. Cosa succede quando noi portiamo in ospedale un signore o una signora di 90-95 anni positivi a Covid? Succede che, se anche non avessero nessun problema», quando si è così fragili a un’età così avanzata, «si rischia di morire per altre cause, o per l’ospedalizzazione».

 

 

 

 

Per cui, continua Bassetti guardando ai dati dell’ultimo bollettino che indicano 135 decessi in 7 giorni, in aumento come i casi positivi, «la verità è che fare tanti tamponi aumenta la mortalità, perché finisce per portare in luoghi non appropriati persone che potrebbero tranquillamente stare nelle loro strutture assistenziali, nelle loro Rsa, nelle loro case. È il problema che continuo a sottolineare: noi vediamo un numero che non è il numero di morti Covid, ma il numero di persone che muoiono col tampone positivo a Covid, magari precedente, e vengono ancora classificati come decessi Covid, che oggi non esistono». «Il conto di queste morti purtroppo andrebbe chiesto a chi ancora continua imperterrito, senza ascoltare gli esperti, a fare dei tamponi a persone a cui il tampone non serve a niente, se non a metterle in condizione di essere trattate in maniera peggiore rispetto agli altri. Perché, quando in ospedale arriva un 90enne col tampone positivo, viene messo in un reparto particolare, non può più rientrare nella sua struttura, aumenta il tempo in cui sta in strutture che non gli fanno bene. Quindi questa è la ragione di quel numero di morti. E più faremo tamponi inutili a persone che hanno magari il raffreddore, più continueremo con questa situazione. La verità è che non si vuole ascoltare ciò che dicono gli esperti, questi numeri non mi sorprendono».

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