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Sharon Verzeni, parla il titolare del bar: "Avvicinata a Scientology liberamente"

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Caccia all'arma del delitto di Sharon Verzeni con metal detector che stanno setacciando le strade di Terno d'Isola (Bergamo). Da oltre tre ore le ricerche dei volontari del Mu.Re., il museo recuperanti 1915-1918 Alto Garda Bresciano, che collaborano con i carabinieri per individuare possibili indizi sull’omicidio, si sono concentrate sul torrente Buliga e l’area verde di via Rota, a poche centinaia di metri dal luogo in cui la notte tra il 29 e il 30 luglio è stata accoltellata a morte la donna. Il parco "potrebbe essere stato il punto di fuga dell’eventuale assassino", ha spiegato ai giornalisti il sindaco di Terno d’Isola, Gianluca Sala. Per questo i grandi metal detector che i volontari del Mu.Re utilizzano per cercare i reperti della Grande Guerra stanno battendo il torrente e i cespugli che lo circondano in cerca di "ulteriori indizi utili alla prosecuzione delle indagini". Primo tra tutti il coltello con cui è stata uccisa Verzeni, non ancora trovato a un mese dal delitto. Le attività di ricerca, come anticipato ieri e confermato oggi dal sindaco, proseguiranno anche nella giornata di domani. Nella mattina di oggi sono stati perlustrati i tombini di via Castegnate, la strada del delitto, e la zona circostante.

 

Intanto continuano le ricerche del ciclista che percorreva in contromano via Castegnate a Terno d’Isola in un orario compatibile all’omicidio. Lo riferiscono fonti investigative precisando che l’uomo, ripreso da più telecamere, "non è ancora stato identificato". Gli inquirenti hanno un’idea di chi sia ma ancora non c’è una certezza sulla sua identità che si potrà avere solo nel momento in cui si presenterà spontaneamente o verrà trovato da chi indaga. A quanto si apprende, sono "diversi" i ciclisti sentiti nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bergamo chiamati a testimoniare perché ripresi dalle telecamere.

 

"Magari qualcuno ha visto qualcosa la sera dell’omicidio, ma potrebbe avere paura a dirlo", ha detto. Sergio Ruocco, il fidanzato della barista uccisa. In un’intervista a Repubblica dice di reputare "davvero impossibile" che le telecamere non abbiano ripreso niente: "Magari devono finirle di esaminare". Tutte le piste sono ancora aperte, ma il compagno di Sharon esclude che possano essere stati gli spacciatori che frequentano la via ad aver ucciso la compagna: "Erano due o tre, ma non ci guardavano neanche". Anche la pista del precedente lavoro lo convince poco: "Non credo, poi è passato del tempo: due anni". Ma Ruocco qualche sospetto ce l'ha: "Non so chi possa avere ucciso Sharon: forse un cliente del bar (in cui lavorava, ndr) che può averle dato fastidio oppure l’hanno scambiata per un’altra persona", dice a La Stampa. 

Il datore di lavoro di Verzeni, Luca Bertoncelli, titolare del bar di Brembate e di una comunità di recupero di tossicodipendenti ispirata ai principi di Scientology, è stato intervistato da Giallo: “Non ero a lavoro quando Sharon è stata uccisa. So però che si era avvicinata a Scientology e che frequentava le sezioni di Gorle e di Milano, anche se non ci siamo mai incrociati. Aveva scelto di farlo liberamente, nessuno l’aveva costretta". 

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