operazioni e immersioni

Bayesian, "al buio e con la paura di rimanere intrappolati": parla il sommozzatore

La tragedia del Bayesian, il super-veliero affondato al largo di Palermo a causa di un "downburst", continua a tenere banco nelle cronache di fine agosto. Gli inquirenti sono al lavoro. Le prime certezze sono arrivate dopo cinque giorni e sono state esposte nella conferenza stampa organizzata dalla procura: “Il veliero è affondato di poppa in brevissimo tempo”, ha confermato il sostituto procuratore Raffaele Cammarano. “Cinque delle sei vittime sono state ritrovate in una cabina nella parte sinistra, e questo fa pensare che abbiano cercato di sopravvivere respirando fino all’ultimo centimetro di aria, cercavano bolle di ossigeno per sopravvivere”, ha aggiunto. Intanto cresce l'attenzione sulla vicenda e spuntano le prime ricostruzioni che si basano sul racconto offerto dai superstiti del naufragio. Importanti, poi, le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal sommozzatore e coordinatore nazionale della Task Force speleosubacquea dei vigili del fuoco Giuseppe Frison.

 

 

"Ho la torcia in testa, il filo d’Arianna legato a un fianco e ovviamente ho aria. Entro. Mi ritrovo davanti amateriale di ogni genere che fluttua. Devo stare attento che non si chiuda la porta alle mie spalle per non rimanere intrappolato. Tutto questo al buio, in ambienti molto angusti. Ho la torcia, certo. Ma in quelle condizioni è come guidare in macchina con la nebbia: se accendi i fari ci vedi peggio, ti crea confusione", ha raccontato l'esperto. Le immersioni non sono durate più di dieci o dodici minuti per "evitare l'effetto martini", cioè l'effetto dell'azoto che "non rende più lucidissimo", ha spiegato. "Lei deve immaginare una casa ribaltata e piena d’acqua. Non hai più punti di riferimento", ha continuato Frison, ricostruendo per i lettori quanto ricorda delle operazioni condotte. Il sommozzatore ha partecipato anche alle immersioni della Concordia.  "Eravamo 7-8 in tutt’Italia a fare una cosa del genere. Ho ancora nelle orecchie il ricordo spiacevole degli scricchiolii che sentivamo mentre cercavamo i corpi fra la nave e la roccia", ha concluso.