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Yacht affondato, l'esperto di diritto: "Dovevano salvarsi per ultimi", chi accusa

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Sono riprese questa mattina le attività degli speleosub a Porticello alla ricerca degli ultimi due dispersi dopo l’affondamento del superyacht Bayesian. Ieri sono stati recuperati nel pomeriggio e identificati i primi quattro corpi: si tratta del banchiere Jonathan Bloomer, della moglie Elizabeth, dell’avvocato Chris Morvillo e della moglie Nada. Questa mattina è stato recuperato il quinto corpo che era stato individuato ieri nel relitto, nell’area cabine. È stato condotto in porto dai vigili del fuoco all’interno di una body bag. All’appello mancavano Mike Lynch e la figlia 18enne Hannah. Tutto il personale, a eccezione del cuoco di bordo che è deceduto, si sono salvati. «L’equipaggio di una nave di quella portata deve essere pronto a tutto - dice Nicola Romana, docente di Diritto dei trasporti e del turismo al dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Palermo, in una intervista a Repubblica - La prima regola prevista dal codice della navigazione è agire nell’immediatezza, informando i passeggeri del pericolo. Il personale deve salvarsi per ultimo, come recita l’articolo 303 del codice della navigazione, così da salvare i passeggeri. E se non ci riesce, l’extrema ratio è l’abbandono della nave. L’equipaggio ha il dovere di liberare le scialuppe, aiutare le persone in difficoltà, come cita la Convenzione internazionale Solas, scritta alla fine degli anni Venti dopo l’affondamento del Titanic e riformata a più riprese nel ’74 e fino al 2015».

 

L'esperto ragiona sul naufragio dello yacht che ha visto salvarsi tutto l’equipaggio tranne il cuoco: «Nei sinistri marittimi, a monte c’è quasi sempre un errore umano. Qui si è messo di mezzo pure un fenomeno catastrofico», «condurre una nave nell’Oceano è molto più pericoloso che sul Mediterraneo: tuttavia il fatto che anche nelle nostre latitudini si verifichino fenomeni tipici dei Caraibi, evidentemente deve fare ripensare i programmi di addestramento e formazione di capitani ed equipaggi». In mancanza di un ormeggio a Porticello come appare «plausibile», il capitano avrebbe dovuto optare per lo sbarco immediato? «Sarebbe potuta essere una soluzione per la messa in sicurezza dei passeggeri, non so se i bollettini meteo prevedevano una tromba d’aria. D’altronde la Sir Robert Baden Powell, la nave olandese che ha prestato i soccorsi, è rimasta ancorata in rada, nonostante il maltempo». 

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