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Migranti, è controesodo: i veri numeri di sbarchi e rimpatri. Così il governo ha invertito la rotta

Dario Martini
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Il controesodo è iniziato. Non parliamo, ovviamente, di tutti gli italiani che si godono ancora le meritate vacanze. Ma di un altro ritorno a casa. Quello dei migranti. Rimpatri in aumento e sbarchi in decisa diminuzione. Un fenomeno iniziato già a fine 2023, ma che ultimamente si sta consolidando sempre di più, anche in questi mesi estivi dove in genere gli arrivi di profughi sulle nostre coste aumentano.

Il calo degli sbarchi è significativo: -62% da inizio anno. Con un dato emblematico che mette in luce l’efficacia degli accordi con Tunisia e Libia: -58.578 partenze dai due Stati africani da inizio anno. I rimpatri, invece, sono in aumento del 20%: alla data del 4 agosto erano 3.149. Basti pensare che in tutto il 2023 erano stati 4.743 (4.304 nel 2022). Senza contare che ci sono pure i cosiddetti rimpatri volontari assistiti; nei primi sei mesi del 2024 sono stati quasi 9.000: 5.111 dalla Libia, 3.800 dalla Tunisia. Proprio l’intesa siglata da Giorgia Meloni con il presidente tunisino Kais Saied è uno dei fattori principali del «controesodo». Al 31 luglio di quest’anno erano 46.030 le partenze di migranti irregolari bloccate (in Libia circa 12mila).

 

Questo cambio di rotta è stato sottolineato anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in collegamento dal Viminale nella giornata di Ferragosto con le sale operative delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco, del Dipartimento della Protezione civile, delle Capitanerie di Porto e della Polizia locale di Roma Capitale: «Ci confortano i risultati raggiunti sul fronte dei rimpatri che fanno segnare un aumento del 20%, anche grazie alle recenti operazioni straordinarie condotte da tutte le Questure per allontanare dal nostro Paese i migranti irregolari. Solo quest’anno è stata impedita la partenza di quasi 60mila migranti dalle coste di Libia e Tunisia, Paesi dai quali peraltro, con il sostegno delle organizzazioni internazionali, oltre 9mila migranti solo negli ultimi 6 mesi hanno beneficiato di rimpatri volontari assistiti ha spiegato Piantedosi Una strategia a 360 gradi che quest’anno ha portato ad una riduzione degli sbarchi sulle nostre coste di oltre il 62% rispetto al 2023, a fronte di un aumento degli arrivi superiore al 150% lungo la rotta del Mediterraneo Occidentale e del 57% su quella Orientale».

Non è un caso che in Grecia è stato rilevato un incremento del flusso via mare pari al 222% (15mila sbarchi contro i 4.700 dell’anno precedente), mentre la Spagna ha registrato un aumento del 152% (20.774 profughi rispetto agli 8.220 del 2023). Particolarmente significativo è quanto avvenuto a Lampedusa dove nei primi 7 mesi di quest’anno sono arrivati 21mila migranti, pari a meno 64% rispetto allo stesso periodo del 2023 quando erano stati ben 58mila».

 

Una delle novità introdotte da questo governo che riguarda l’isola è anche il "dirottamento" delle navi delle Ong verso altri porti. Proprio ieri i 199 migranti a bordo della Humanity 1 sono arrivati a Genova. Quanto sta accadendo quest’anno, con un calo così vistoso di arrivi, ha pochi precedenti. Nell’ultimo decennio ci sono stati solo altri due momenti simili. Il primo risale a quando al Viminale c’era Marco Minniti. Ministro del Partito democratico che proprio a causa dei suoi accordi con la Libia fu fortemente criticato proprio dalla sua stessa parte politica. Nel 2017 infatti, gli sbarchi calarono rispettivamente del 34%, passando da 181mila a 119mila. Il record per quanto riguarda il blocco degli arrivi, però, spetta ai quasi due anni di Matteo Salvini da ministro dell’Interno. Nel 2018 -80% di migranti sbarcati (23.370 in totale), nel 2019 -50% (solo 11.471).

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