Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il granchio blu è ancora un'emergenza: arriva il commissario

Esplora:

Alessio Buzzelli
  • a
  • a
  • a

Poco più di un anno fa scoppiava l'emergenza del granchio blu. Ancora oggi sono centinaia gli acquacoltori italiani messi in ginocchio dall’arrivo di questo crostaceo proveniente dall’Oceano Atlantico: veloce, vorace e iper adattivo, questa specie aliena si è dimostrata capace di distruggere in poche ore intere coltivazioni di molluschi e di mettere in ginocchio un settore fino a quel momento fiorente, specie nell'Adriatico settentrionale. Dopo oltre un anno dalla sua comparsa, insomma, la situazione è più che mai critica: le imprese del settore, nonostante le molte contromisure messe in campo e il sostegno finanziario ricevuto dal Governo, versano ancora in grandi difficoltà, quasi inermi davanti all'inatteso arrivo di una specie così invasiva, in grado di devastare in qualche mese un intero ecosistema marino e, con esso, un intero comparto commerciale.

Le zone più colpite sono state quelle a cavallo tra Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna, proprio là dove insistono più di 3000 allevamenti di molluschi, causando sino ad oggi, secondo una stima di Coldiretti, danni per 100 milioni di euro ai pescatori italiani e devastando decine di allevamenti di vongole e cozze, oltre che di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali. Una situazione che minaccia la sopravvivenza in queste zone di oltre 2.000 famiglie, con gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con grave danno per un settore, quello dell’acquacoltura, che è uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy (arrivando ad un valore complessivo della produzione di circa mezzo miliardo di euro).

Negli ultimi mesi il Governo italiano ha cercato di sostenere le imprese colpite in questa lotta senza quartiere in vari modi, stanziando risorse finanziare e aiuti economici attraverso due decreti del Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare - in cui è stata stabilita una proroga fino a 24 mesi delle rate dei mutui, l'esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e l'accesso a finanziamenti agevolati - integrati successivamente da un terzo decreto, il quale prevede aiuti per la semina dei molluschi e per lo smaltimento dei granchi blu pescati. Quest'ultimo aspetto riveste oggi particolare importanza, e non solo perché va ad alleviare un costo notevole per aziende già ampiamente provate dall'emergenza: lo smaltimento, insieme alla commercializzazione, costituisce infatti uno dei pilastri della strategia anti-granchio messa in campo negli ultimi mesi, incentrata principalmente sul prelievo del crostaceo dalle nostre acque attraverso la pesca, al fine di ridurne quanto più possibile la presenza.

Strategia che finora ha però pagato solo in parte, un po’ perché il granchio blu è una specie in grado di riprodursi molto velocemente e di adattarsi con altrettanta velocità al contesto in cui vive, un po’ perché la vendita del pescato non sta decollando come ci si auspicava. Anche alla luce di queste ulteriori criticità, il Ministero dell’Agricoltura ha nominato ieri un commissario straordinario, che avrà il compito di coordinare la messa a terra delle risorse stanziate dal Governo, di favorire la ripresa economica e produttiva delle aziende coinvolte e di applicare i nuovi risultati provenienti dalla ricerca scientifica nella lotta al granchio blu.

Dai blog