incubo a parigi
Parigi 2024, “vermi nel pesce”. Il campione del nuoto sbotta sulla mensa delle Olimpiadi
Alla mensa olimpica di Parigi 2024 sono stati trovati «vermi nel pesce». A raccontarlo in un’intervista al sito ’Inews’ è il nuotatore britannico Adam Peaty, triplo campione olimpico, vincitore della medaglia d’argento ai 100 metri rana. Uno sfogo sulla dubbiosa - per non dire pericolosa in questo caso - qualità del cibo servito agli atleti che sta facendo scalpore sulla stampa d’Oltralpe, ma non solo, che va ad alimentare il fiume di critiche sull’organizzazione dei Giochi olimpici. Nell’occhio del ciclone, ancora una volta, c’è proprio il cibo, che di sicuro a Parigi 2024 non è all’altezza della rinomata gastronomia francese.
Leggi anche: Parigi 2024, nuove bordate sulle Olimpiadi di Macron. Ecco il boicottaggio della Romania
Nei menù troppa poca carne e proteine in generale, con un’alimentazione che non consente agli atleti di recuperare dopo le gare estenuanti, sotto temperature piuttosto alte, oltre alle quantità troppo scarse. Una constatazione che ha spinto la delegazione olimpica britannica a far venire a Parigi un suo chef. Ora, nell’intervista è venuto fuori un altro ’dettaglio’ particolarmente preoccupante: Peaty ha riferito di un aneddoto piuttosto ripugnante che gli è stato raccontato direttamente. «Amo il pesce, ma la gente trova vermi nel pesce. Qua non è soltanto non abbastanza buono», ha detto in merito alle pietanze servite al villaggio olimpico. «A Tokyo il cibo era incredibile, anche a Rio. Ma questa volta... Non c’erano abbastanza proteine», ha detto l’atleta inglese di 29 anni. A peggiorare il tutto l’accesso al cibo tutt’altro che semplice, ha raccontato ancora il nuotatore, riferendo dell’attesa di oltre 30 minuti per essere serviti, nella disorganizzazione più totale per la mancata predisposizione di file d’attesa.
Leggi anche: Parigi 2024, Bassetti sbugiarda le incongruenze francesi: preoccupati dal Covid e non dalla Senna
Insoddisfazione anche per la linea biologica dei menù scelta dall’organizzatore, secondo cui il 60% dei pasti serviti deve essere a base di carne, anche per ridurre l’impatto ambientale. «Ho bisogno di carne per essere performante e questo è quello che mangio a casa, quindi perché dovrei cambiare?», ha ancora detto l’atleta. Nonostante le rassicuranti parole di un portavoce di Parigi 2024 che si è dichiarato «a disposizione degli atleti», Peaty è insoddisfatto e si aspetta una migliore organizzazione in futuro: «Voglio solo che le persone migliorino nel loro ruolo e lavoro. Ed è per questo che penso che gli atleti siano la migliore cassa di risonanza». Emmanuel Macron, ci senti?