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Borse a picco, Milano chiude a 2,26%: cosa c'è dietro al lunedì nero

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Mercati internazionali sotto stress. Piazza Affari termina con il risultato peggiore tra le piazze europee, a -2,26% con 31.293,52 punti, ma riduce le perdite rispetto al mattino. Pesano i timori di una recessione dell’economia negli Stati Uniti, e per l’incertezza legata all’escalation del conflitto in Medio Oriente. Dopo una mattinata difficile (il Ftse Mib ha perso fino al 4%), sul listino della Borsa di Milano  - tutto in rosso - pesa il settore del credito. Sul listino perdite pesanti in molti settori: Nexi -6,05%, Erg -4,77%, Saipem -4,41%, Hera -4,01%, Snam -3,81%, Mps -3,15%.

A Wall Street la settimana è partita con un crollo in apertura: i listini segnano pesanti perdite sulla scia dei cattivi risultati delle Borse europee e del tonfo della Borsa di Tokyo dove il Nikkei ha perso il 12,4%, il risultato peggiore dal 1987. Gli investitori temono una possibile recessione negli Usa a fronte degli ultimi macro dati. Oggi sono attesi l’indice Pmi servizi Usa e Ism servizi, altri indicatori importanti nelle valutazioni della Fed sulle prossime scelte di politica monetaria. A spaventare i mercati anche il timore di una possibile escalation del conflitto in Medio Oriente. In avvio di contrattazioni l’indice Dow Jones cede il 2,76% a 38.640,33 punti, il Nasdaq crolla del 6,05% a 15.760,02 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,16% a 5124,25 punti. A subire una raffica di vendite che ha portato i titoli al ribasso sono soprattutto i titoli tecnologici: Tesla segna -9,4%, Apple -6,2%, Amazon -7,5%, Meta -6,3%, Nvidia -11,3%. Male anche le criptovalute, il Bitcoin ha perso il 14% nelle ultime 24 ore, Ethereum il 20%. Pesano i timori di una fragilità del settore. 

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