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Sharon Verzeni, c'è una pista: "Visto nella stessa via", svolta nelle indagini?

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Chiesa gremita a Bottanuco per i funerali di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa la Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. La donna è stata colpita da quattro coltellate mentre camminava da sola in via Castegnate, a poco meno di un chilometro dalla sua abitazione, ed è morta subito dopo aver chiamato i soccorsi. L’aggressione è avvenuta la notte tra lunedì e martedì poco prima dell’una e nella bergamasca è ancora caccia al killer della donna. I carabinieri hanno sentito più volte il compagno, Sergio Ruocco, che quella sera si trovava in casa, e anche familiari, amici e colleghi della ex estetista. Al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e le celle telefoniche, mentre alla ricerca del Dna dell’assassino i reperti raccolti sulla scena del delitto e sul corpo di Sharon durante l’autopsia sono stati inviati al Ris di Parma. L’omicidio è ancora senza indagati: oltre all’autore, resta ancora ignoto al momento anche il movente, mentre si continua a cercare l’arma del delitto.

Ma nelle ultime ore gli inquirenti tra le varie ipotesi, starebbero battendo una pista aperta da una segnalazione arrivata dai carabinieri. Il Giorno riporta che si sta verificando la posizione di un «uomo di origini straniere, pregiudicato e residente a Capriate San Gervasio», un centro vicino a Bergamo e poco distante dal luogo del delitto. L’uomo sarebbe stato visto poche ore dopo il delitto proprio nella via dove è stato ritrovato il corpo senza vita della vittima. In quel punto non ci sono telecamere, ma - scrive il quotidiano - gli inquirenti stanno verificando se altre telecamere della zona hanno inquadrato l'uomo.

«Oggi ci ritroviamo in questa chiesa perché quella avvenuta nei giorni scorsi è una tragedia. E non ci sono favole migliori per addolcire la pillola» ha detto nella sua omelia don Corrado Capitanio, durante la messa nella chiesa di San Vittore Martire concelebrata insieme al parroco di Terno d’Isola, don Angelo Giudici. «Ancora una volta la mano di Caino ha colpito, ancora una volta il male ha vinto perché ha spezzato una vita giovane, interrotto bruscamente dei progetti, dei sogni, dei desideri di vita familiare», ha aggiunto don Corrado, che poi ha esortato: «Preghiamo per coloro che in questi giorni stanno lavorando per la ricerca della verità. Questo è un desiderio che ci auguriamo tutti. E poi preghiamo anche per la conversione di chi ha prestato la sua mano al male. Perché questi drammi non accadano più, perché la conversione possa diventare anche redenzione e perché più nessuno debba vivere un’esperienza come questa».

All’uscita dalla chiesa, il compagno Sergio, il papà Bruno, la sorella Melody e il fratello Christopher si sono stretti davanti alla bara bianca di Sharon ricoperta da fiori rossi. Poi il corteo funebre si è avviato verso il cimitero, con circa duemila partecipanti tra i quali sindaci dei due paesi della Bergamasca in lutto cittadino. Presente all’ultimo saluto anche Laura Letizia Bossetti, la sorella gemella di Massimo, l’operaio di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio a Brembate. Al termine dei funerali, l’unico a parlare con i cronisti è stato il padre di Sergio Ruocco, Mario. Sergio e Sharon «erano già sposati in comune, convivevano e io gli chiedevo ’quando mi fate diventare nonno?’. Ultimamente credo che ci stavano pensando, ma è andata così», ha detto l’uomo, con la voce rotta dalla commozione.

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