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Parigi 2024, alle Follimpiadi tutti contro il Cio. E Meloni vede Macron

Christian Campigli
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Atleti che hanno vomitato dopo essere stati costretti a nuotare nelle putride acque della Senna. Milioni di cattolici offesi per una surreale cerimonia di apertura che denigrava L'Ultima Cena. Un incontro di pugilato tra una donna e un atleta intersessuale diventato il simbolo del delirio woke. Le Follimpiadi, che di sportivo hanno avuto fin qui davvero poco, sono l'escamotage per incontri politici di altissimo spessore. Ieri pomeriggio, a Versailles, a margine delle gare di equitazione, il Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio «informale» con il presidente Emmanuel Macron. Molti, come era prevedibile, i temi sul tavolo. Si è andati dal nuovo assetto europeo emerso dopo le recenti elezioni continentali, alle vicende mondiali più scottanti, Medio Oriente e Venezuela in primis. I due hanno conversato su un divano, lontano da occhi indiscreti, a testimoniare l'aspetto amichevole dell'incontro.

 

 

Meloni nel suo secondo giorno nella capitale francese ha incontrato il presidente del Cio Thomas Bach. Nel corso del faccia a faccia è stato affrontato anche il caso Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive. Le Follimpiadi organizzate dalla Francia radical chic continuano anche a far discutere per le stranezze dettate dai teorici progressisti del gender. Ideologie che hanno ben poco da spartire con le imprese nel canottaggio, nella scherma o nel basket. Insomma, in questa penosa replica dei Giochi di ateniese memoria, di sportivo c'è davvero ben poco. Se ne è accorta, sulla propria pelle, Angela Carini, costretta ad abbandonare dopo 45 secondi il match contro Khelif nella categoria 66 kg del torneo di boxe. Una gara impari, perché, nonostante la boxer algerina non sia un transessuale, ha una serie di disordini molto evidenti. Una mappa cromosomica anomala, che le ha donato una muscolatura, una quantità di testosterone e una struttura ossea più vicina a quella di un uomo che di una donna. L'atleta nordafricana incontrerà nei quarti l'ungherese Anna Luca Hamori. «Non ho paura. Non mi interessano le storie della stampa e dei social media».

 

 

In realtà, la federazione magiara ha spedito una lettera di protesta al Cio. «Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport - ha affermato Lajos Berkó, membro del consiglio esecutivo -. Questo è inaccettabile e scandaloso. L'associazione vuole esprimere la sua indignazione e chiedere al Cio di riconsiderare la sua decisione, che ha consentito di entrare nel sistema di gare del Cio a un atleta che era stato precedentemente bandito dai campionati mondiali».

 

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