Orsa KJ1 abbattuta, associazioni denunciano Fugatti: atto vile e cruento
Il Tar, accogliendo il ricorso delle associazioni animaliste, aveva sospeso due ordinanze di abbattimento dell’orsa KJ1 che con i suoi 22 anni era la più anziana del Trentino. Il governatore Maurizio Fugatti, forte del via libera dell’Ispra e dei poteri conferitigli dalla legge del 2018 in materia di grandi carnivori, nottetempo ha firmato la condanna a morte per l’esemplare resosi responsabile di 68 incursioni ai danni di aziende agricole dell’alto Garda e di 7 incontri ravvicinati con l’uomo. L’ultimo il 16 luglio scorso quando, sopra l’abitato di Dro, il plantigrado ha aggredito un turista francese di 43 anni che faceva jogging procurandogli ferite guaribili in 20 giorni. Stamattina il plantigrado, che nei giorni scorsi era stato catturato e munito di radio-collare per poi essere rimesso in libertà, è stato ucciso dal Corpo forestale.
Contro le atrocità sugli animali (e su quegli orsi) l'inutile ambientalismo a gettone
«KJ1 era un esemplare pericoloso, secondo la scala del Pacobace - ha precisato Fugatti in riferimento al Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali -. Lo ha attestato anche Ispra, confermando la necessità di rimuovere l’orsa, classificata ad alto rischio, al più presto». Un atto vile e cruento per le associazioni animaliste che hanno scelto la via delle carte bollate per presentare denunce ed esposti a Unione europea e procura della Repubblica.
La firma sul decreto e l'immediato abbattimento: uccisa l'orsa KJ1
Se per Fratelli d’Italia, per bocca dei deputati Alessia Ambrosi e Alessandro Urzì, «l’abbattimento era necessario ma non c’è nulla da festeggiare», il ministro dell’ambiente è stato lapidario. «L’ho già detto al presidente Fugatti: la soppressione dei singoli orsi non è la soluzione del problema - detto Gilberto Pichetto Fratin -. Comprendo lo stato d’animo degli amministratori e della popolazione ma oggi viviamo gli effetti di un errore del passato, dovuto a una incauta scelta di sfruttamento turistico dell’immagine dell’ orso in Trentino, compiuta 25 anni fa. Certamente una via da percorrere è la sterilizzazione e ci stiamo lavorando insieme a Ispra. Ma questa misura, se non accompagnata da un’opera di corretta informazione ai cittadini e da nuove azioni concordate con le amministrazioni, rischierà di essere insufficiente. Sicuramente come ministro dell’ambiente ribadisco con forza che la soppressione non può rappresentare la prima e unica soluzione da mettere in atto».