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Vaticano, l'Obolo di San Pietro non basta. Si attinge alle riserve di Papa Francesco

Gabriele Imperiale
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L’Obolo di San Pietro non sembra bastare più. Tra inflazione e diminuzione dei fedeli, la Santa sede ha sempre più difficoltà a far quadrare i bilanci delle proprie casse e la disparità tra entrate e uscite si allarga – negativamente – anno dopo anno. A certificare la grave situazione economica è il Vaticano stesso nell’ultimo rapporto annuale 2023 del Fondo Obolo di San Pietro. 52 milioni di euro sono entrati nelle case della Santa sede grazie alle donazioni e offerte dei fedeli. Le spese affrontate ammontano invece a 109,4 milioni di euro. Quindi: le uscite sono più del doppio degli incassi e il rosso è di circa 57,4 milioni di euro. Una situazione non proprio rosea che ha costretto il Vaticano a mettere mano alle sue riserve.

 

 

 

Ma le difficoltà delle casse papali non sono una novità. Come ricostruito da Milano Finanza, infatti, lo scorso anno il fondo Obolo di San Pietro aveva raccolto “solo” 43,5 milioni di euro. A sanare i bilanci ci avevano pensato i 63,5 milioni di proventi finanziari della Santa sede – per la maggior parte vendite immobiliari operate da Roma. Quest’anno però la situazione è totalmente diversa: maggiori uscite (+11,5 milioni rispetto al 2022) e minori introiti, arrivati per la maggiore dalle donazioni ricevute dai fedeli. Nessuna nuova operazione finanziaria. Offerte che però hanno registrato, nonostante tutto, un piccolo aumento (48,4 milioni, quasi 5 milioni in più rispetto all’esercizio precedente) e che rimangono ben lontana dai numeri del 2009 quando toccavano quota 82,5 milioni e del 2013 quando l’obolo raccoglieva 78 milioni di euro.

 

 

Le entrate maggiori sono arrivate dalle diocesi (64,4%) e dalle fondazioni (28,8%), e soprattutto da Stati Uniti, Italia, Brasile e Germania. Venendo invece alle spese, nel 2023 il fondo Obolo di San Pietro ha erogato contributi per oltre 103 milioni di euro. Il grosso della spesa, circa 90 milioni, ha supportato “le attività espletate dalla Santa Sede a servizio della missione apostolica del Papa” mentre 13 sono stati i milioni arrivati ai più bisognosi. 68 i progetti supportati in Africa, 100 quelli in Europa, 34 in America, 33 in Asia e lo 0,8% del budget è arrivato in Oceania. Particolare attenzione da parte del Vaticano è stata data alle borse di studio in favore di sacerdoti, seminaristi e religiosi di Africa, America Latina e Asia. Quasi un milione di euro (800mila) invece è stato stanziato in favore dell’Ucraina per “per patrocinare diverse iniziative pastorali e sociali in favore della popolazione martoriata dalla guerra”.

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