Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Saluto romano, parla il prof: "Vendetta di un'alunna, si inventò anche foto compromettenti"

Alberto Incadenza
  • a
  • a
  • a

 «Non sono né razzista, né omofobo, tantomeno fascista. Tutt’altro. Sono finito mio malgrado in una gogna mediatica montata sulle illazioni di una ex studentessa interessata solo a mettere in cattiva luce l’istituto e il sottoscritto». Parla, per la prima volta di sua spontanea volontà, Paolo Guadagnoli, il professore di filosofia dell’Istituto Pirelli di Roma finito al centro del caso mediatico più chiacchierato del momento. Questa è la sua versione dei fatti.

Professore, visto che nessuno glielo ha ancora chiesto: qual è la sua versione dei fatti? Come e perché è iniziata questa brutta storia?
«Tutto è partito da una mia ex studentessa da poco diplomatasi: è stata lei a diffondere le ormai famose foto che tutti conoscete per mettere in cattiva luce la scuola e me in particolare. Questo perché la ragazza in questione ha sempre imputato il suo oggettivamente insufficiente rendimento scolastico all’ambiente dell’istituto e agli insegnati. E così ha voluto mettere in atto una sorta di vendetta attraverso la pubblicazione delle foto. Ciò nonostante noi insegnanti l’avessimo aiutata in tutti i modi per farle raggiungere l’ammissione agli esami, altrimenti a rischio. Tutto quello che sto dicendo è documentato e riscontrabile nei verbali dei consigli di classe. E questa è solo l’ultima delle azioni poco corrette compiute dalla studentessa».

 



Quindici sono dei precedenti?
«Sì. Già nell’inverno scorso l’ufficio di presidenza mi aveva convocato in seguito a delle lamentele dei genitori di questa ragazza, i quali mi attribuivano comportamenti a loro dire poco consoni. Dopo un approfondito confronto, la dirigente scolastica, non avendo riscontrato nulla di grave, ha saggiamente archiviato il caso. Nel marzo scorso, poi, durante un consiglio di classe, è venuto fuori che quella stessa ragazza sosteneva di avere delle foto secondo lei compromettenti, minacciando che se le cose non fossero andate in un certo modo, le avrebbe pubblicate. Una cosa grave, questa, che io ho chiesto di far mettere a verbale, ma invano».

Ma lei è davvero omofobo e fascista?
«Intanto voglio precisare che le foto finite sui giornali sono assolutamente decontestualizzate e quindi dal significato facilmente manipolabile. In secondo luogo, io fascista non lo sono mai stato e la mia storia politica parla per me: Sinistra Giovanile, segretario di circolo dei Comunisti Italiani e vice segretario di circolo del PD. Ditemi voi se posso mai essere fascista. È qualcosa che non mi appartiene in nessun modo. Peraltro io partecipo al gaypride romano praticamente tutti gli anni e ci sono foto e video che lo dimostrano. La verità è che si è voluto montare un caso mediatico contro di me».

 

Ci sono però delle foto che secondo molti smentirebbero queste sue dichiarazioni.
«Certo ma, come dicevo prima, manca del tutto il contesto. Ad esempio, la foto in cui mi si accusa di aver mimato atti sessuali, è una foto che non rappresenta la realtà. In quel momento il ragazzo, scherzando, si era aggrappato alla cattedra e io stavo cercando di fargli mollare la presa. E così per il selfie in cui dei ragazzi fanno il saluto romano: lo fanno loro, non io, non me ne sono nemmeno accorto, un po’ come quando ti fanno le corna in certe foto di gruppo».

Ha sentito i suoi studenti in questi giorni?
«Sì. Ho ricevuto tantissimi messaggi di sostegno e solidarietà da parte dei miei studenti ed ex studenti. A riprova che tutto quello che si è detto sudi me è privo di fondamento, essendo poco più che del gossip giornalistico acchiappa click».

Dai blog