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Nasa, la tempesta solare fa temere il blackout di radio, cellulari e tv
Il rischio di un blackout che potrebbe colpire televisioni, radio e cellulari è concreto, secondo quanto rilevato dal Solar Dynamics Observatory della NASA. Domenica scorsa, l'osservatorio ha individuato un’eruzione di plasma sulla superficie del Sole, sollevando preoccupazioni per l'impatto che questa tempesta solare potrebbe avere sulla Terra. Gli esperti prevedono che la tempesta solare raggiungerà la Terra entro venerdì. Ovviamente non si tratterà di un blackout globale per tutti i dispositivi elettronici. Il fenomeno interesserà principalmente quelli che si basano sulla comunicazione satellitare.
La tempesta solare è generata dall'attività del Sole, in particolare dalle espulsioni di massa coronale e dai brillamenti solari. Questi eventi producono particelle cariche che possono rapidamente raggiungere la Terra e interagire con il campo magnetico terrestre. I potenziali rischi associati a questo fenomeno sono molteplici. Innanzitutto, è probabile che si verifichino blackout elettrici, poiché le tempeste solari possono disturbare le comunicazioni satellitari e radio. Ciò potrebbe influenzare operazioni marittime e aeree, creando disagi significativi. Anche i sistemi GPS potrebbero subire momenti di blackout o imprecisione, rendendo difficoltose le attività che dipendono da una precisa localizzazione. Le televisioni e i cellulari che utilizzano tecnologie satellitari sono anch'essi a rischio di interruzioni temporanee.
Oggi, l’agenzia governativa americana NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha emesso un’allerta anche negli Stati Uniti, mettendo in guardia contro i possibili effetti della tempesta solare. Le autorità raccomandano di prepararsi a eventuali disservizi e di seguire gli aggiornamenti in tempo reale per ulteriori informazioni. La comunità scientifica continua a monitorare la situazione attentamente, cercando di prevedere con maggiore precisione l’impatto della tempesta solare sulla nostra tecnologia quotidiana.
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