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L'Uap annuncia la mobilitazione del 30 settembre: "In piazza per difendere gli ambulatori"

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L’ Uap, l’Unione Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata autorizzata e privata convenzionata, «esprime a livello nazionale pieno appoggio al Presidente della Fnomceo Anelli nella tutela della professionalità dei medici e annuncia una manifestazione massiva per il 30 settembre, che vedrà tutte le maggiori associazioni di categoria, unite a livello nazionale, per sostenere la qualità e la professionalità dell’attività medica, evitando il reato di abuso della professione e tutelando chi eroga servizi sanitari nel rispetto delle normative nazionali e del D.Lgs. n. 502/1992». Lo annuncia la stessa Uap in una nota.

 

 

 

 

«Purtroppo - sostiene la dott.ssa Giorlandino, Presidente Uap - viviamo un periodo di totale mancanza di tutela delle procedure nazionali previste dalla sanità italiana, proprio come nel Far West. È inammissibile che la salute degli italiani sia gestita da chi non ha la laurea, da chi non ha requisiti (come le farmacie) e da chi non si vuole adeguare alle norme di legge». «L’ Uap - prosegue Giorlandino - rappresentativa di 95.000 strutture sanitarie private, annuncia questa manifestazione a livello nazionale a tutela della salute dei cittadini per bloccare l’avanzata delle Lobby, che tolgono fondi a chi svolge da oltre 50 anni la professione sanitaria con professionalità e adeguatezza, che vengono erogati alle farmacie con rimborsi molto più alti del Ssn, che peraltro eseguono esami privi dei requisiti e di responsabilità civile e penale nell’eventuale ipotesi di errore diagnostico, con aggravio di costi per i cittadini italiani». «Ci si chiede, quindi, se il Governo sia a favore della sanità o delle Lobby e se sia opportuno che sia il Governo che il Ministero della Salute siano composti da diversi farmacisti, che approvano leggi ad hoc in contrasto con la nostra stessa Costituzione, o se invece non sarebbe più opportuno far governare il Paese da soggetti che non sono portatori di interessi propri di categoria ma che agiscono con il solo fine di proteggere la salute degli italiani. La vera medicina del territorio è costituita dagli ambulatori, poliambulatori, ospedali privati e accreditati, cliniche private autorizzate e private accreditate, con i loro 350.000 dipendenti che operano nel pieno rispetto delle norme di legge e delle procedure. L’ Uap attende risposte chiare dal Governo e dal Ministero della Salute agli interrogativi posti», conclude la presidente.

Alle motivazioni degli ambulatori rispondono i rappresentanti delle farmacie che, in un comunicato, fanno notare che "contrariamente a quanto si tenta di accreditare, alle farmacie è consentita una limitata e circoscritta possibilità di effettuare alcuni esami diagnostici, peraltro accuratamente regolamentata per garantire la qualità e la sicurezza delle prestazioni. I riferimenti normativi sono: Decreto Legislativo 3 ottobre 2009, n. 153, che introduce il concetto di "farmacia dei servizi" e permette loro di fornire servizi sanitari, tra cui alcuni semplici esami diagnostici (di prima istanza) e servizi di prevenzione; Legge 8 novembre 2012, n. 189 (Legge Balduzzi), che prevede ulteriori disposizioni per le farmacie dei servizi, consentendo loro di effettuare alcuni esami diagnostici e di prevenzione, come la misurazione della pressione arteriosa, il controllo della glicemia e altri test di autodiagnosi; Decreto del Ministero della Salute 16 dicembre 2010, che regola le condizioni e i limiti entro cui le farmacie possono effettuare esami diagnostici. Le farmacie possono eseguire esami diagnostici di prima istanza, come quelli per il controllo della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi, e altri test di autodiagnosi, purché effettuati con strumenti che non al'intervento di personale medico; Legge di Bilancio 2021, che introduce ulteriori misure che permettono alle farmacie di offrire servizi di telemedicina e di effettuare tamponi rapidi per la diagnosi di COVID-19, ampliando il ruolo delle farmacie come punti di accesso ai servizi diagnostici e di prevenzione".

Gli esami diagnostici permessi, quindi, sono generalmente limitati a quelli che possono essere considerati di autodiagnosi o di prima istanza e che non richiedono l'interpretazione medica immediata. In conclusione, le farmacie possono effettuare limitati esami diagnostici in deroga alla normativa generale, purché rispettino le specifiche disposizioni previste dalle leggi e dai decreti attuativi. Resta fermo il fatto che le prestazioni di specialistica ambulatoriale possono essere effettuate solo nel rispetto delle regole genarli previste dai d.lgs 509/92, 517/93 e 299/99. Con un’ulteriore notazione: è innegabile che potrebbe esserci un potenziale conflitto di interessi per le farmacie tra la vendita di medicinali e l'erogazione di servizi diagnostici. Questo conflitto potrebbe manifestarsi in vari modi: incentivo alla prescrizione di farmaci: le farmacie che offrono servizi diagnostici potrebbero avere un incentivo economico a promuovere la vendita di farmaci in seguito ai risultati dei test diagnostici effettuati in loco. Questo potrebbe portare a una sovraprescrizione di farmaci; indipendenza nella consulenza: i farmacisti potrebbero essere percepiti come meno indipendenti nelle loro consulenze sui farmaci, dato che potrebbero avere un interesse finanziario diretto nelle vendite. Questo potrebbe compromettere la fiducia dei pazienti nelle raccomandazioni fornite; appropriatezza delle prestazioni sanitarie: potrebbe esserci il rischio che i servizi diagnostici vengano utilizzati come strumento per aumentare le vendite di farmaci piuttosto che per fornire un reale beneficio sanitario ai pazienti".

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