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Kata e racket delle camere, rinviato a giudizio lo zio Abel Alvarez Vasquez

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Christian Campigli
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Una bambina scomparsa nel nulla. Inghiottita nell'ex hotel Astor, occupato per mesi nell'indifferenza della sinistra che amministra, da sempre, Firenze. A distanza di oltre un anno da quella tragedia, la procura del capoluogo toscano non è però rimasta a guardare. E oggi sono giunti provvedimenti rilevanti. Quattro persone, tra cui Abel Alvarez Vasquez, lo zio materno della piccola Kata, sono state rinviate a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Firenze per l’inchiesta sul cosiddetto "racket delle camere"nell’albergo occupato da sudamericani e romeni. Gli altri tre, come riferisce l'agenzia di stampa Adnkronos, di età compresa tra i 38 e i 64 anni, sono Carlos De La Colina Palomino, detto Carlos, Nicolas Lenes Aucaucasi, detto Nicolas, e Carlos Manuel Salinas Mena, detto Manuel.

 

 

 

 

Secondo la tesi accusatoria, i quattro peruviani avrebbero fatto il bello e il cattivo tempo nell’ex albergo. Padroni di un immobile non proprio ma occupato abusivamente, avrebbero compiuto estorsioni di denaro e violenze ad altri occupanti, per gestire l'assegnazione delle stanze. Questa situazione, nel maggio 2023, sfociò anche in un tentato omicidio di un occupante ecuadoriano, uno degli episodi contestati dalla Procura. Il gup ha disposto l'inizio del processo l'8 aprile 2025. Purtroppo ancora non ci sono notizie sulla bambina. La Procura continua a lavorare su almeno quattro piste: quella del rapimento, al fine di ricattare la famiglia, il suo trasferimento in Perù (sul quale madre e padre di Kata avrebbero, fin qui, taciuto per paura di ritorsioni), la pista del pedofilo e quella del racket dell'elemosina, gestito dalle famiglie rom nelle varie capitali europee.

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