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Giacomo Bozzoli, fuga tragicomica: beccato per l'aria condizionata

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A mettere i carabinieri sulla pista giusta è stata la soffiata di un di un amico o di un familiare di Giacomo Bozzoli. La sua villa a Soiano, sul lago di Garda, era l'ultimo posto nella lista di quelli in cui il latitante potesse tornare.  Troppo scontato. Ma qualcuno "a lui vicino", come dicono gli inquirenti, ha messo gli investigatori sulla pista giusta. C'è riserbo da parte degli investigatori, ma la soffiata riguarderebbe qualche dispositivo elettronico o comunque qualcosa di rilevabile telematicamente.

 

La procura spicca così un decreto di perquisizione per i luoghi di riferimento dell'imprenditore 39enne, condannato all'ergastolo per aver ucciso lo zio nell'attività di famiglia, poi fuggito in Spagna e infine tornato in Italia dove è stato catturato. Un particolare fa capire che Bozzoli è nella villa: il motore dell'aria condizionata acceso, mentre il giorno prima era spento. Il particolare è riportato dal Corriere della sera. Dopo mezz'ora di perquisizione l'hanno trovato in mutande sotto al letto. "Lei è un uomo dello Stato, non si può mettere in galera un innocente", avrebbe detto ai carabinieri di Brescia. Bozzoli afferma che un testimone austriaco lo scagiona, e dice di aver spedito i documenti che lo provano ma ancora non sono arrivati. Tuttavia, il processo è chiuso e la sentenza è definitiva: ergastolo. 

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