Alex Marangon, l'organizzatore del rito sciamanico: "Chiamo la forza del silenzio"
A Pomeriggio Cinque, il programma di informazione e di attualità Mediaset, si è parlato del caso di Alex Marangon, il 29enne di Marcon (Venezia) scomparso durante un incontro esoterico a Vidor (Treviso) il 29 giugno e ritrovato morto lungo il fiume Piave tre giorni dopo. Il suo decesso, stando a quanto si apprende, è da ricondurre a quanto accaduto in quel chilometro che separa l'abbazia di Vidor dal fiume Piave. Andrea Zuin, il musicista "sciamano" e organizzatore del ritrovo, ha rotto oggi il silenzio in un'intervista concessa al Corriere della Sera. "Lei sta contribuendo a diffondere odio, separazione e paura", ha risposto alla conduttrice Simona Branchetti. Poi, senza aggiungere dettagli, ha aggiunto: "L'unica cosa che io posso fare e che abbia rispetto della situazione è di fare silenzio. Basta. Io chiamo la forza del silenzio", ha scandito ai microfoni della trasmissione.
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Zuin, in realtà, ha rivelato al Corriere della Sera: "L’abbazia non è blindata, c’è una parte vicino alle mura che spesso viene scavalcata da chi conosce la zona, non escluderei che fosse entrato qualcuno o che Alex abbia superato le mura per avvicinarsi di più al fiume. Non c’è mai stata un’aggressione ai nostri concerti, se c’è un assassino, non è tra noi". "Si è tanto parlato di Ayahuasca, erba medicinale in uso tra le popolazioni indigene amazzoniche ma illegale in Italia, ma qui non l’abbiamo usata, abbiamo preso delle purghe per depurarci, un rito propedeutico alla musica curativa, eravamo qui da venerdì, abbiamo suonato due giorni, c’era con noi anche Jhonni Benavides, musicista, maestro e mio grande amico, e un medico, entrambi colombiani, con noi c’erano altre venti persone, ci conosciamo tutti", ha aggiunto il musicista.