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Meteo, "la più alta mai registrata": l'allarme di Copernicus sul mese di giugno

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Quello che si è appena concluso è stato il giugno più caldo mai registrato al mondo, battendo il record già eccezionale stabilito a giugno 2023. Lo ha annunciato l’osservatorio europeo Copernicus. Dopo oltre un anno di record mensili ininterrotti, "la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (luglio 2023 - giugno 2024) è la più alta mai registrata", ovvero "1,64degC al di sopra della media preindustriale del 1850-1900", quando le emissioni di gas serra causate dall’uomo non avevano ancora riscaldato il pianeta.  

 

 

 

Ma non è tutto. Il mese di giugno è stato anche più umido della media in Islanda, nell’Europa centrale e in gran parte dell’Europa sud-occidentale, con forti precipitazioni che hanno causato inondazioni in regioni di Germania, Italia, Francia e Svizzera. Il mese è stato più secco della media in Irlanda, gran parte del Regno Unito, Fennoscandia, Italia meridionale e gran parte dell’Europa orientale, in particolare attorno al Mar Nero. Sono i dati del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell’UE, pubblica regolarmente bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti osservati nelle temperature globali dell’aria superficiale e del mare, nella copertura di ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche.

 

 

 

Fuori dall’Europa, a giugno 2024, è stato più umido della media su alcune parti del Nord America, con una serie di tempeste, tra cui l’eccezionale uragano Beryl. È stato più umido della media anche sull’Asia sud-occidentale e sud-orientale, l’Africa più meridionale, regioni dell’Australia e del Sud America. Condizioni più secche della media sono state osservate in tutto il Nord America, in diverse regioni dell’Asia e nella maggior parte del Sud America. Gravi incendi boschivi si sono verificati nella Russia nord-orientale e nel Sud America centrale. L’estensione del ghiaccio marino artico è stata inferiore del 3% alla media, valori prossimi a quelli osservati nella maggior parte degli anni a partire dal 2010. L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata inferiore del 12% alla media, la seconda estensione più bassa per giugno nella serie di dati satellitari, dopo il valore più basso di giugno del -16% osservato nel 2023.

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