ucciso durante la festa

Alex Marangon, il sospetto sullo "sciamano". I testimoni: cosa è successo

"Hanno paura di parlare però a questo punto si mettano una mano sul cuore, dicano qualcosa, non può finire così". Questo l’appello ai microfoni del Tg1 della famiglia di Alex Marangon, il 25enne di Marcon (Venezia) ritrovato morto sul greto del Piave dopo aver dove aveva partecipato a un raduno nell’abbazia sconsacrata di Vidor. Nel servizio dell’inviato Tg1 è stato mostrato l’ultimo messaggio inviato da Alex ai genitori, poche ore prima della morte, mentre scherzava con la madre. Sulla morte la procura di Treviso ha aperto un fascicolo al momento senza indagati e anche oggi sono proseguite le audizioni di testimoni. Secondo i genitori di Marangon "Alex ha visto qualcosa che non doveva o comunque qualcosa a cui si è ribellato". .

I presenti alla festa sciamanica hanno affermato che il ragazzo era stranamente agitato. E a un certo punto si è allontanato dalla festa. "Alex era seduto vicino alla porta della cappella, sembrava tranquillo. Ad un certo punto ha iniziato a parlare da solo ed è uscito. A seguirlo lo sciamano Jhonni Daniel Benavides Alvarez, noto nel mondo della medicina musicale, e il suo compagno medico", sono le parole di una delle persone sentite ieri riportate dal Corriere della sera. Dal racconto emerge che in seguito il gruppo si è messo a cercare il ragazzo, trovato morto tre giorni dopo sul greto del Piave, a dieci chilometri di distanza dall’abbazia di Santa Bona. 

 

Dall'autopsia è emerso che Marangon è morto per un colpo alla testa e aveva numerosi lividi sul colpo. Gli investigatori propendono per un pestaggio mortale o per una caduta accidentale nel corso di una colluttazione. Resta da capire chi, tra i venti partecipanti alla festa sciamanica con allucinogeni come l'Ayahuasca, abbia seguito Marangon e cosa è successo nelle ore in cui il ragazzo è stato lontano dalla sala-concerto.