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Salvate il soldato Speranza: la sinistra boicotta la commissione Covid

Edoardo Sirignano
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La sinistra boicotta la Commissione d’inchiesta sulla pandemia, ma la destra insorge: «Sul Covid la verità non si nasconde». È questo, d’altronde, lo slogan dello striscione esposto dai parlamentari di Fratelli d’Italia, in occasione di un flashmob, tenutosi nel pomeriggio di ieri a Piazza Montecitorio. Scopo della protesta, animata dal partito della Meloni, è sollecitare le opposizioni a indicare i membri dell’organismo che avrà il compito di indagare su quanto accaduto durante i giorni più difficili della pandemia.

«Senza queste segnalazioni non si potrà andare avanti con l’iter partito nel mese di febbraio - sottolinea il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan. Da marzo esiste una legge, che ne chiede l’istituzione». Nonostante ciò, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, prendono tempo. Il piano del Nazareno, come spiegato qualche mese fa dall’ex ministro Franceschini, è disertarla per evitare un tribunale politico. Fino a quando non saranno indicati i rappresentanti della minoranza, la normativa non potrà essere applicata e dunque non si potrà fare luce su quanto è successo all’ombra del governo Conte, quando era ministro della Sanità un tale Roberto Speranza, oggi tra le file dei Dem.

Un rischio, però, che non vogliono correre i fedelissimi di Giorgia. «Sollecitiamo i gruppi di opposizione che fino a oggi non hanno voluto adempiere al loro dovere – rimarca Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera – a provvedere. Se dovessero continuare con questo ostruzionismo chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di istituirla comunque». In questo modo, pertanto, i compagni si trovano di fronte a un bivio: cambiare repentinamente strategia oppure dire ai cittadini come si vogliano nascondere delle scelte urgenti, ma discutibili, seppure applicate in un contesto del tutto emergenziale. La Commissione, infatti, ha il compito di far luce sulle misure sanitarie adottate nel clou della pandemia, nonché sulla gestione dei soldi, tasto dolente su cui l’operazione verità sembra essere ferma al palo. Certezze, invece, sembrano essere quelle che riguardano il futuro. Nello stesso giorno della mobilitazione per i rallentamenti legati alla Commissione, Fratelli d’Italia divulga le prime informazioni sul nuovo Piano Pandemico, che Palazzo Chigi si appresta ad approvare. «Metterà fine – afferma il partito della premier sui propri social – a ogni obbligo e discriminazione subita negli anni del Covid. Ogni intervento sarà preso nel rispetto delle libertà e della dignità umana. Un atto doveroso nei confronti degli italiani, purché non si ripetano più gli errori del recente passato».

Sull’argomento interviene, intanto, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, che smentisce le indiscrezioni giornalistiche: «A noi spetta dare contenuti tecnici. Le valutazioni politiche e di indirizzo generale toccano al ministro Schillaci, che è l’organo poi deputato a trasmettere alla Conferenza delle Regioni». L’obiettivo, comunque, è fare in modo che le misure restrittive siano emanate solo se strettamente indispensabili, nonché proporzionarle all’entità del pericolo. La volontà è trovare un punto d’incontro tra quelle parti politiche, che non digeriscono gli obblighi già vissuti durante il Covid e coloro, che invece vogliono che, sin dal principio, vengano fatte partite tutte le azioni necessarie a limitare ogni possibile minaccia.

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