mistero
Orlandi e Gregori "sacrificate dopo breve tempo": parola al giudice Martella
Il giallo di Emanuela Orlandi, l’allora 15enne cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, orbita attorno a fatti e circostanze mai chiarite fino in fondo. E lo stesso vale per Mirella Gregori, la 16enne del quartiere Nomentano che svanì nel nulla il pomeriggio del 7 maggio 1983. "Io credo che le due ragazze, come avviene normalmente nei sequestri, vengono dopo breve tempo sacrificate. Non c’è maggior pericolo che rimanga in vita una persona che potrebbe essere testimone fondamentale della vicenda", ha affermato Ilario Martella, primo giudice istruttore dal 1985 al 1990 nei casi nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta, specificando che, secondo lui, le due vicende sono strettamente collegate. "Chi telefonò nel bar di Gregori risulta abbia la stessa voce dell'americano', ci sono connessioni che fanno ritenere che i due episodi siano collegati".
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"Si sono serviti di documenti, di vestiti" ma ne hanno preso nota prima per usarli dopo "facendo credere alle famiglie (di Emanuela e Mirella ndr) che erano in vita ma era una tragica presa in giro", ha continuato. Qual è il nodo che va sciolto? È questo l'interrogativo che dopo quarant'anni ancora non trova risposta. "Ci sono elementi che inducono fondatamente a ritenere che le due ragazze sono state sacrificate a qualche cosa di incredibile ma che si può definire ragion di Stato. Io ritengo che ci si trovi, come ebbe a dire Giovanni Paolo II nell’abitazione della famiglia Orlandi, davanti a un intrigo internazionale", ha affermato Ilario Martella.
L'attentato al Papa può esserere "un punto di partenza". È "emerso che sin da 1982 la Bulgaria era molto preoccupata di poter essere coinvolta nell’attentato al Papa". Martella, che ha indagato sull’attentato al Santo Padre, ha ricordato le indagini sul caso del bulgaro Antonov e ha aggiunto che il collegamento con i casi Orlandi e Gregori è che si voleva "determinare una disattenzione totale" e una "sorta distrazione di massa. E chi poteva porre in essere una simile operazione? Non era certo una cosa di bassa manovalanza tipo la banda della Magliana ma serviva che le cose venissero fatte con altissima qualità professionale", da un’organizzazione "quale era la Stasi all’epoca". "Questa operazione di distrazione di massa doveva fare in modo di creare episodi su cui attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica", ha concluso.