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Tossicodipendenze, dal Fentanyl alla vecchia coca: è boom di baby drogati

Giuseppe China
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I numeri mostrano una tendenza chiara: in Italia il consumo di sostanze stupefacenti non conosce crisi, anzi. Il metodo più efficace per arginarla è la prevenzione. Quest’ultima è la parola utilizzata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, durante la presentazione al Parlamento della relazione annuale sulle tossicodipendenze nel Paese. «La parola chiave scelta dal governo fin dall’inizio è prevenzione che innanzitutto significa una corretta informazione». Uno tra i dati più significativi sulle sostanze stupefacenti rivela che «nel 2023 quasi 960.000 giovani, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, hanno assunto almeno una volta nella vita una sostanza stupefacente, e oltre 680mila nel corso dell’ultimo anno, significa il 39% della popolazione studentesca, quattro studenti su dieci». Ancora più nel dettaglio rispetto al 2022 in crescita la percentuale di adolescenti che riferiscono di aver usato almeno una volta nell’anno cocaina (dall’1,8 al 2,2%), stimolanti (dal 2,1% al 2,9%), allucinogeni (dall’1,6% al 2%) e nuove sostanze psicoattive (dal 5,8% al 6,4%). La cannabis, invece, rimane la sostanza più usata dai giovani, ma vede una diminuzione rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%).

 

 

 

Eppure «le analisi di laboratorio eseguite sui sequestri hanno evidenziato si legge nel documento – un aumento del contenuto medio di Thc (tetraidrocannabinnolo) nei prodotti derivanti dalla cannabis». In particolare nelle sostanze a base di resina (hashish) la percentuale media di principio attivo dal 2016 al 2023 risulta quadruplicata da 7,4% a 29%. Stesso trend per quanto riguarda la cocaina base (crack), dove il principio attivo che dal 2017 al 2023 sale di 30 punti percentuali (dal 57 all’87%). Un panorama piuttosto fosco. «Ci sono tre elementi ha aggiunto Mantovano che convergono: la diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età del primo approccio e poi del conseguente uso abituale e l’incremento del principio attivo, cioè, di ciò che determina l’effetto drogante. Il tutto a sua volta dipende da una causa di fondo, cioè dalla scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga».

 

 

 

Alla presentazione del report annuale era presente anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale ha affermato: «Nel 2023 sono stati 8.596 gli accessi in pronto soccorso per patologie direttamente correlate alla droga: il 5% in più rispetto all’anno precedente. Hanno riguardato nella maggior parte uomini (67%) e persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni (41%) e tra i 45 e i 64 anni (24%) e quasi il 10% minorenni». Nel corso della presentazione è stato dato ampio spazio anche alle cosiddette nuove droghe, tra queste il Fentanyl è di particolare rilievo. «Una dose è equivalente a 100 volte una dose di eroina, un grammo- ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio ti manda all’altro mondo. La cosa più allarmante è che rischia di entrare nelle carceri, perché entra attraverso applicazioni in cerotti che vengono anche prescritti all’interno del carcere». Senza dimentica che si sta sviluppando «un’ulteriore droga ancora più potente che è il Carfentanil». Dalla relazione 2024 inolte emerge che lo Snap (sistema nazionale di allerta precoce) ha identificato 70 nuove sostanze circolanti sul territorio nazionale, appartenenti principalmente alle classi dei catinoni (20%), delle arilcicloesilammine (16%), dei cannabinoidi sintetici (13%) e delle benzodiazepine (11%). Droghe I nuovi stupefacenti circolanti nel territorio italiano 

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