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Turetta, l'ex avvocato rivela: "Il ragazzo che sentiva Giulia? Credeva che non esistesse"

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La confessione di Filippo Turertta davanti ai pm rivelata dalla trasmissione Quarto Grado contiene anche le argomentazioni con cui il giovane, in carcere per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, prova a convincere i magistrati che nonostante avesse con sé coltelli, scotch, sacchi, non avesse programmati di uccidere la ragazza. A commentare le parole di Turetta riportate nel verbale redatto dopo l'arresto ma rivelato solo ora, è Emanuele Compagno, il primo avvocato difensore di Turetta che lo ha rappresentato subito dopo l'arresto in Germania. Poi le loro strade si sono separate. "La versione fornita al pm durante l’interrogatorio coincide con quanto mi aveva detto nella sua prima telefonata, immediatamente dopo l’arresto. I due coltelli? Mi aveva spiegato che li aveva portati perché voleva utilizzarli per uccidersi", dice il legale al Gazzettino.

 

Nella deposizione Turetta dice ai magistrati che Giulia "voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric. Ho urlato che non era giusto. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me". A riguardo, Compagno commenta: "Mi aveva raccontato che si erano trovati per parlare e per chiarire la situazione. Il fatto che Giulia si stesse scrivendo con questo nuovo ragazzo? Sì, me lo aveva accennato ma lui credeva fosse un modo per ingelosirlo, o per farlo desistere, non pensava che quella persona esistesse veramente". Ora sta ai giudici valutare se la versione dell'ex studente tiene, o si è trattato di un delitto premeditato. 

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